District 9
District 9
Neill Blomkamp, 2009
Fotografia Trent Opaloch
Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Vanessa Haywood, Nathalie Boltt, Sylvaine Strike, Elizabeth Mkandawie, John Summer, William Allen Young, Louis Minnaar.
“Area risarvata ai non umani”: District 9 è il campo di concentramento in cui sono stati racchiusi gli alieni provenienti da un mondo forse non molto lontano. Hanno forma di grossi gamberoni che camminano su due “arti” e si muovono più o meno come gli umani. Sconosciuto il motivo del loro arrivo sulla Terra. L’astronave che li ha portati è rimasta sospesa a mezz’aria sui grattacieli di Johannesburg. Sembrano poveri derelitti, e il loro veicolo è altrettanto malandato. Profughi? Di questi tempi, può venire in mente. Sono molti, un milione di gamberoni misteriosi che la Multi-National United ha deciso di trasferire in un campo più grande, il District 10. Deve sembrare una semplice operazione umanitaria, regolare e non aggressiva e per questo viene incaricato un modesto “operativo” sul campo, Wikus (Copley). La verità è che gli alieni hanno delle armi molto potenti ma inutilizzabili senza il loro Dna. La vicenda prende sempre più la forma di un reality televisivo, l’esperienza che Wikus si trova a vivere in mezzo ai gamberoni sale in primo piano negli schermi casalinghi e finalmente sembra vera. Il regista è al suo primo film, ma ha una sostanziosa esperienza di video musicali, di pubblicità e sa come trattare gli effetti visivi. Mescolando la finzione fantascientifica col realismo da telegiornale, Blomkamp ci fa sentire a casa nostra, seduti in poltrona. Quando Wikus viene assalito dal virus alieno che sta per trasformarlo in alieno, quasi non abbiamo elementi per stabilire la distanza dall’evento. O forse così dovremmo preferire che sia. Di sicuro, xenofobia e miscuglio di contrastanti dinamiche culturali trovano un loro ambiente ideale nella baraccopoli della città sudafricana in cui è ambientato il film; e sono elementi stereotipi dell’attualità, tali da essere confrontabili senza sforzo nell’immaginario del realismo elettronico. Tutto sembra ancor più vero perché la disavventura del contatto con i gamberoni capita a un Fantozzi qualunque, il quale improvvisamente diventa l’uomo più importante del mondo. Tanto che gli alieni finiscono per averne pietà.
Franco pecori
25 Settembre 2009