Tolo Tolo
Tolo Tolo
Regia Checco Zalone, 2020
Sceneggiatura Checco Zalone, Paolo Virzì
Fotografia Fabio Zamarion
Attori Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Birya, Alexis Michalik, Arianna Scommegna, Antonella Attili, Giovanni D’Addario, Nicola Nocella, Diletta Acquaviva, Maurizio Bousso, Sara Putignasno, Barbara Bouchet, Nicola Di Bari.
Luoghi comuni. Non li elenchiamo per non spoilerare, lasciamo allo spettatore il ripasso sull’acconto Iva da non versare mai; o sulla misconoscenza della storia patria per cui può capitare che mentre un italiano (italiano vero, pugliese, Checco) piombato in Kenya – non è il primo (Riusciranno i nostri eroi…), stavolta è la ricerca del guadagno facile in un villaggio-vacanza, o qualcosa del genere (ci siamo concessi un attimo di distrazione) – non ha molto altro cui attingere se non qualche vaga intonazione di Lui-Mani-Sui-Fianchi, il suo “accompagnatore” nero sa tutto del Neorealismo e di Mamma Roma. La partenza – sceneggiatura permettendo – è stata da sogno (morire, dormire, sognare forse… ma sarebbe davvero troppo), una medicina sicura per lasciarsi andare alla qualunque nei successivi – non pochi – momenti soggetti a interpretazione. Dopo pochi minuti – credevamo di essere al bar – entriamo in un progressivo (progressista no, per carità) accumulo di scenette afroammiccanti che porteranno all’impietoso confronto con l’italica inciviltà, tanto da poterne dedurre che, da noi, tutto sia peggio dell’Isis. Disavventure a pioggia, ma non fanno male. Un francese “colto” ci fa rabbia per la sua furbizia di reporter-saggista, ma poi niente. Certo, le famiglie con mille bambini e con la passione per lo smercio degli oggetti griffati fasulli, fanno quasi pena. Ma per fortuna si torna in Italia, lasciando Omar, il Virgilio degli Inferi africani (capisce anche il latino) e riabbandonandoci al sogno, stavolta più bello che mai. La bella africana, rivoluzionaria e soave protettrice del piccolo neretto, riapparirà vestita di una nuvola bianca. Il bimbo sarà felice nel modo più giusto (manteniamo il riserbo). Ci sarà anche da divertirsi. Lasciamo la pessima famiglia di Checco al suo destino e tuffiamoci nel popolare. È un bel Festival delle Contaminazioni. Può finire così? Troppo terra-terra. Meglio una delicata animazione che spieghi a chi non ci avesse ancora pensato che fra tutte le cigogne svolazzanti per il cielo, donatrici di bimbi bianchi, ve n’è una poco… perbene, una cicogna che strada facendo si sofferma a salutare un nero. Riassumendo, una ruffianata mangia boxoffice. Tutti bravi gli attori. Prima regia da rivedere.
Franco Pecori
1 Gennaio 2020