Ella & John – The Leisure Seeker
Ella & John – The Leisure Seeker
Regia Paolo Virzì, 2017
Sceneggiatura Stephen Amidon, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo, Paolo Virzì
Fotografia Luca Bigazzi
Attori Helen Mirren, Donald Sutherland, Christian Mckay, Janel Moloney, Dana Ivey, Dick Gregory, Mylie Stone, Marc Fajardo, Gabriella Cila, Robert Pralgo, Kirsty Mitchell
Premi Venezia 2017: Leoncino d’Oro Agiscuola.
“Prosa che è poesia”: la passione di John Spencer per Ernest Hemingway. Professore di letteratura a riposo, John (Donald Sutherland) si aggrappa agli ultimi spiragli di memoria prima che l’Alzheimer s’impadronisca definitivamente della sua storia privata; e cita spesso lo scrittore preferito, ne parla nelle occasioni anche più semplici, se una cameriera del bar gli presta sorridendo attenzione o magari si ricorda di aver fatto, da studentessa, la tesi su Il vecchio e il mare (“Ma preferivo il film con Spencer Tracy”, dice). John esprime il suo amore per la vita aggrappandosi al valore letterario senza complessi, trattando i grandi autori “alla pari” e da maestri veri, quali egli li considera. L’altro che resiste nella sua mente è James Joyce. Prosa e poesia si confrontano e danno vita ai particolari quotidiani di un vecchio americano, educato e cosciente, colto e simpatico, generoso e “leggero” di fronte al mondo che gli sfugge. Lo assiste e lo ama la sua Ella (Helen Mirren). Hanno due figli adulti (Will/Christian Mckay e Jane/Janel Moloney), ma dalle loro attenzioni e cure vogliono per una volta liberarsi. Ella sa di essere invasa dal cancro senza speranza e non vuole immaginare che John finisca immemore, senza di lei. Sicché se ne vanno in un viaggio spensierato con il vecchio camper del ’75, John alla guida del “Leisure Seeker” traballante e sua moglie Ella accanto a lui, pronta a seguirlo nei suoi continui “trasferimenti” dell’immaginario e ripescaggi bisognosi di amorevole riordino. “Ecco, l’America è tornata! E meglio di prima!”, esclama con entusiasmo giovanile il vecchio John. Sarà un thriller dolce della memoria, lungo la costa pacifica della California, sulla Old Route 1, fino al paradiso delle Florida Keys e alla casa-museo di Hemingway. Vita da campeggiatori. Ad ogni tappa notturna, l’occasione per rivedere le foto di una vita, Ella le ha portate con sé. E ad ogni diapositiva un racconto nuovo, una sorpresa, un sentimento che riemerge, un segreto che si svela, perfino le reciproche gelosie mai sopite e i rimpianti di amori sfumati via. “Viaggiare è importante – dice John – allarga i tuoi orizzonti, ti apre la mente”. E può riservare anche la sorpresa di un momento “di lusso”, una suite a 320 dollari per una notte speciale. Non importa se poi la casa di Hemingway sarà un “circo” deludente e straniante. Paolo Virzì saprà accorgersene e saprà “vederlo” con la giusta discreta ironia, da bravo italiano in America. Il regista saprà mantenere anche nel finale la rispettosa distanza di uno sguardo di simpatica conferma: i sentimenti resistono alla vita. Il cinema di Virzì vince la sfida di un viaggio pericoloso, un passo oltre Oceano che poteva rivelarsi pieno di insidie “neorealistiche” in un contesto On the Road facilmente riconducibile alla mitologia di paesaggi troppe volte immaginati a distanza sulla memoria di schermi ultrapanoramici. Ma la cinepresa resta vicina, si attiene alle cose. Il primo segno è già nel rapporto con gli attori. I due protagonisti, grandi interpreti, sono impiegati più che per la loro rilevanza artistica – a dire il vero assoluta – per la capacità di seguire la regìa nell’approccio umano ai personaggi. Helen e Donald vivono sul set la vita di Ella e di John come fossero due loro compagni nel “Viaggio contromano” (il titolo del romanzo di Michael Zadoorian da cui il film) che di momento in momento prende e riprende vita, mescolando senza darlo a vedere prosa e poesia di gesti e di parole, di dettagli, di sguardi, di attenzioni suggerite, di immedesimazioni allontanate, di distanze ridotte, secondo una filosofia del fare cinema tenendo la macchina con sé.
Franco Pecori
18 Gennaio 2018