Viaggio sola
Viaggio sola
Regia Maria Sole Tognazzi, 2013
Sceneggiatura Ivan Cotroneo, Francesca Marciano, Maria Sole Tognazzi
Fotografia Arnaldo Catinari
Attori Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gian Marco Tognazzi, Alessia Barella, Lesley Manville, Carolina Signore, Diletta Gradia.
“L’ambiente in cui si trova è sufficientemente confortevole e accogliente? Il concierge ha parlato all’ospite guardandolo dritto negli occhi? L’albergo fa uso di un’essenza particolare e distintiva sia nella hall che nelle singole camere?”. Il questionario che Irene (Margherita Buy) deve riempire scrupolosamente ad ogni visita che il lavoro di “ospite a sorpresa” la porta a fare, di controllo appunto della qualità degli alberghi di lusso (cinque stelle), può dare l’idea di un mestiere da “precisina”, un po’ pedantesco anche se non privo di sfiziosità per i luoghi e gli ambienti di prim’ordine. Ma Irene va oltre, fino a farne una filosofia di vita, estremizzata in modo anche provocatorio. E allora quel suo viaggiare sola diventa una discriminante verso il mondo, specialmente l’attuale mondo così approssimativo e confusionario nei ruoli e nelle conseguenze di usi e costumi spesso sregolati o, magari, ossequiosi di dettami a loro modo inversamente convenzionali. Ha provato, Irene, ad avere un rapporto un po’ più “ravvicinato” con un uomo, ma ora Andrea (Stefano Accorsi) non è per lei che un ex fidanzato, niente matrimonio e meno che mai dei figli. D’altra parte, l’esempio della sorella Silvia (Fabrizia Sacchi), con le sue giornate “impicciate” di moglie (Gian Marco Tognazzi nei panni del marito) e madre caotica, non è certo incoraggiante per un’eventuale scelta tradizionale. Fin qui, il quadro piuttosto scontato di situazioni che oggi possono considerarsi “regolari”. E però Maria Sole Tognazzi, al suo quarto film (Passato prossimo 2001, L’uomo che ama 2008, Ritratto di mio padre 2010) utilizza la sceneggiatura a suo modo, anche lei “oltre” la combinazione attualistica segnalata dalla trama in prima lettura. La fotografia “trasparente” di Arnaldo Catinari accoglie la figura di Irene in una limpidezza paradossale quasi imbarazzante, laddove il mondo rigidamente controllato dal questionario suggerisce ad ogni momento reazioni inverse e sfide esistenziali alla normalità delle comode difese. Da molto non si vedeva una Buy così nella parte, lieve e ironica, consapevole di una sofferenza inevitabile nella solitudine/libertà di una vita in evoluzione. I dettagli “turistici” degli alberghi visitati divengono così il contraltare di progetti mancati, di fantasie purtroppo (forse?) “impossibili”. Dice il questionario in chiusura: “Questo viaggio è il vostro, sta a voi scegliere come farlo”. Già, una parola.
Franco Pecori
24 Aprile 2013