Humandroid
Chappie
Regia Neill Blomkamp, 2015
Sceneggiatura Neill Blomkamp, Terry Tatchell
Fotografia Trent Opaloch
Attori Sharito Copley, Dev Patel, Sigourney Weaver, Hugh Jackman, Ninja, Yolandi Visser, Jose Pablo Cantillo, BRandon Auret, Eugene Khumbanyiwa.
Educazione all’umanesimo in un prossimo futuro, a Johannesburg. Il bimbo da educare è un robot, questo è il problema. Il droide (ricordate Guerre stellari?) Chappie è stato ideato e allestito, come altre migliaia di “scout” suoi simili, per svolgere la funzione di poliziotto ed è preparato ad agire secondo i parametri di comportamento di un membro delle forze dell’ordine in una situazione “avanzata” – e degradata, secondo i princìpi della società civile storica -, una società dove il crimine si diffonde in forme sempre più ottuse e arroganti. Ma del personale addetto alla gestione tecnologica dell’intero sistema fa parte un giovane molto ingegnoso e dalle capacità operative non comuni, si chiama Deon Wilson (Dev Patel The Milionarie, Marigold Hotel) e si è messo in testa di poter rigenerare uno scout attraverso l’immissione di intelligenza artificiale e di farne il primo robot sensibile, autonomo, cosciente. Fine dell’umanità? È ciò che pensa Vincent Moore (Hugh Jackman), antagonista di Deon, pronto a contrastare il progetto del collega anche con il mezzo estremo, l’impiego del superattrezzato e mostruoso robot da lui costruito per dominare qualsiasi forma di pericolosa ribellione, umana o androide. Deon invece confida nella propria idea, il suo Chappie potrà costituire l’ultima speranza di sopravvivenza umana. Comincia perciò a lavorarci. Caso vuole che il droide appena nato finisca nelle mani di una gang di rapper truculenti, gente dalle idee rozzamente utilitaristiche e dal linguaggio coatto, e così, proprio nei primi momenti di nuova “vita”, ora che lo scout è praticamente un bimbo che ha tutto da imparare, dalle prime parole ai primi gesti di relazione civile, assistiamo alla sua problematica evoluzione pedagogica, resa spettacolare dall’inventiva del regista e dalla elaborazione degli effetti elettronici della Image Engine. La chiave di lettura più interessante può essere nel contrasto, produttivo di senso forte, tra la forma narrativa mimetica di un genere “per ragazzi” e la forma-sequenza ideale dell’apprendimento, di regole e riferimenti che andranno a formare la “coscienza” di Chappie. Il paragone/rapporto tra questa e il modo in cui si sarà formata contiene le premesse della Storia di una nuova umanità androide. Il merito di Neill Blomkamp è di non aver sottolineato, in alcun punto, l’importanza filosofica del racconto e di aver lasciato alla “distrazione” del divertimento l’incarico di colpire l’interesse dello spettatore alla base stessa della sua formazione.
Franco Pecori
9 Aprile 2015