Lezioni di cioccolato
Lezioni di cioccolato
Claudio Cupellini, 2007
Luca Argentero, Violante Placido, Neri Marcorè, Hassani Shapi, Monica Scattini, Francesco Pannofino, Josefia Forlì, Matteo Oleotto, Rolando Ravello, Ivano Marescotti.
Non è la prima volta che per un film si sia pensato al cioccolato. C’era Willy Wonka (Gene Wilder), geloso dei segreti della sua fabbrica (1971); e c’erano il semiorrido cioccolato bollente all’inglese (Giles Foster, 1988), il cioccolato fragoloso in salsa cubana (Tomas Gutierrez Alea, 1992), il cioccolato pseudoinfantile reinventato da Tim Burton (2005) e ne lasciamo per la via non pochi. Ora, primo lungometraggio di Cupellini, il cioccolato pedagogico consapevole dei problemi dell’integrazione etnica e della pubblicità. In egual misura. Le lezioni si prendono nell’unica scuola del cioccolato in Italia, a Perugia. Location più che riconoscibile. Non è facile essere ammessi e ancor meno facile è diplomarsi al corso tenuto dal maestro d’arte cioccolatiera Marcorè. Lo vorrebbe tanto Kamal (Shapi), pasticciere egiziano immigrato e manovale ultraprecario nel cantiere edilizio di Mattia (Argentero), imprenditore truffaldino («Qualità al minor costo»). Minor costo, cioè niente ponteggio. Kamal si arrampica sul tetto in costruzione e cade. L’idea che gli viene è un po’ macchinosa, ma la condizione (corazza di gesso) è stringente, perciò: «O prendi diploma o prendi denuncia», minaccia l’infortunato. Mattia è costretto a vestire i panni del suo operaio e a sostituirlo al corso di cioccolato. Lo scambio provvisorio di ruoli induce il giovane italiano viziatello a prendere coscienza dei propri limiti “umani” e, all’opposto, delle “qualità” dell’egiziano. La bonaria e decisa ironia del quale funziona comunque da baluardo morale invalicabile: «Uomo più donna uguale figli, se no a che servono soldi?», insegna Kamal a Mattia. Sul versante cioccolato, la pedagogia si fa anche più insistita, sia per la severità del maestro (quello di Marcorè è il solito recitar soffice che nasconde il sarcasmo) e sia per l’implacabile corte di Cecilia (Placido), “prima della classe” anche in amore. Se per un attimo avete pensato ad un possibile valore “trasgressivo” del cioccolato, toglietevi dalla testa Perugia. Simpatici, comunque, e ben educati, i sorrisi.
Franco Pecori
23 Novembre 2007