Tutta colpa del vulcano
Eyjafjallojökull
Regia Alexandre Coffre, 2013
Sceneggiatura Laurent Zeitoun, Yoann Gromb, Alexandre Coffre
Fotografia Pierre Cottereau
Attori Valérie Bonneton, Dany Boon, Denis Ménochet, Albert Delpy, Bérangère McNeese, Malik Bentalha.
Attori brillanti di vasto successo animano gags ed episodiche avventure a catena per arrivare al traguardo ben configurato fin dall’inizio (o quasi) come benevolo destino. La verve è francese. Il regista, all’esordio, mostra di conoscere la legge del ritmo incalzante e della simpatia “costrittiva” mascherata da acqua di fonte genuina. Valérie Bonneton sembra ansiosa di misurarsi alla pari, da protagonista, in un ruolo di contrappunto primario dopo aver frequentato set impegnativi come quello diretto da Guillaume Canet (Piccole bugie tra amici 2012). E Dany Boon sa padroneggiare i passaggi interni dalla “impossibile” sopportazione del fastidioso assedio della donna da cui è divorziato al riscatto più esilarante, legando il proprio personaggio a un’autonomia del controllo già collaudata anche come regista di se stesso in Niente da dichiarare? (2010) e nel recente Supercondriaco – Ridere fa bene alla salute. Frequentatore di Storie sarcastiche (la serie Asterix) e avveduto viaggiatore umoristico e socio-antropologico (da Giù al Nord a Benvenuti al Sud), ora deve affrontare forse la periva più ardua, destreggiandosi nel difficile equilibrio sentimentale e morale a cui lo chiama la casualità della vita e del ruolo di genitore. Il destino di cui sopra chiama Alain (Dany Boon) e Valérie (Valérie Bonneton) al viaggio verso la comune meta greca del matrimonio della loro figlia Cécile (Bérangère McNeese). Si ritrovano casualmente sul medesimo aereo e seguono la sorte di una rotta superaccidentata, dato che proprio in quel giorno l’eruzione del vulcano Eyjafjallojökull blocca il traffico nei cieli. E siccome sono tra loro in competizione per giungere ciascuno prima dell’altro a salutare la sposa, i due genitori non esiteranno a utilizzare “qualsiasi mezzo” per prevalere in tempistica. Non privo di argute osservazioni sociologiche, l’occhio di Coffre registra la serie serrata di disavventure che Alain e Valérie sono bravi a superare; e non dimentica mai, in alcun momento, il traguardo da raggiungere: anche il divorzio, per i due impegnati nella pazza corsa, sarà stato un superabile “incidente”.
Franco Pecori
5 Giugno 2014