Il mio grosso grasso matrimonio greco
My big fat greek wedding
Joel Zwick, 2002
Nia Vardalos, John Corbett, Michael Constantine.
Duecento milioni di dollari incassati in America. Una favola. “Etnica” e “romantica”, la commedia parla di una Grecia tutta americana, a Chigago, più greca della Grecia autentica, come accade nelle comunità di emigrati oltreoceano, che nell’iniziale sradicamento trovano la ragione di un rigido spirito conservatore di usi e costumi. Con una scelta “estremista”, viene esibita una protagonista che non è precisamente la Venere di Milo, controbilanciata da un Partenone finto, optional caratteristico dello scenario nuziale, prevedibile bersaglio di raffinate ironie. La greca Toula (brava Vardalos) cerca disperatamente di liberarsi dalla morsa del piccolo mondo che la annienta. E a 40 anni, misteriosamente, riesce un bel giorno ad attrarre un giovanottone americano, vegetariano, di mentalità avanzata. Egli si mostra stupito e non sapremo mai la vera origine della scintilla. Ma tant’è. Le due famiglie si confrontano. Il contest è degno di un seminario di antropologia culturale. La comicità e il romanticismo del film sono esemplari quanto la coscienza kitsch della sceneggiatura. Il critico rischia una vertigine onirica, in fondo alla quale può ritrovarsi con in mano un bel lecca-lecca, colorato di bianco e celeste, come la bandiera greca.
Franco Pecori
6 Dicembre 2002