Jackie
Jackie
Regia Pablo Larrain, 2016
Sceneggiatura Noah Oppenheim
Fotografia Stéphane Fontaine
Attori Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, Billy Crudup, John Hurt, Richard E. Grant, John Carroll Lynch, Beth Grant, Caspar Phillipson, Jay Bush II, Denese Basile, Alejandro Chamorro, Aidan O’Hare, Eric Supensky, Corey Johnson, Sunnie Pelant, Sara Verhagen, Chrisdine King, David DeBoy, Rebecca Compton, Julie Judd, Max Casella
Premi Venezia 2016: Noah Oppenheim sg.
“Un barlume di storia chiamato Camelot”. È il sigillo che Jaqueline Kennedy vuole imprimere sulla propria storia di regina senza regno, al termine della serie drammatica dei pochi giorni che l’hanno vista, annichilita eppure riflessiva, insanguinata dalla ferita mortale del suo John, assassinato nell’auto presidenziale a Dallas il 22 novembre 1963; e poi testimone di se stessa, del sentimento di donna e moglie. Assistiamo alla prima elaborazione del lutto nella doppia dimensione, dell’incancellabile prospettiva storica dell’accaduto e della persistente passione della donna, improvvisamente sospesa tra ricordi intimi e simbologie oggettuali di un ambiente-vita in cui ora non rimangono che “cose” da catalogare per la memoria; per la prospettiva personale, di sé, e per la dimensione tragica di un momento storico, non più rintracciabile, forse, se non come “barlume” di una civiltà incastonata nella fortezza mitica del re Artù. Il cileno Pablo Larrain (Tony Manero 2008, No – I giorni dell’arcobaleno 2012, Il Club 2015) ha saputo cogliere il cortocircuito tra linea sentimentale della Jacqueline donna e il sentimento di una dimensione più vasta e inespressa, da lasciare al mondo, riguardo alla prospettiva di rinnovamento, si potrebbe dire all’ansia di un rinnovamento, bloccata, stroncata e difficile da rintracciare nelle panoramiche possibili di racconti formali. È questo il senso dell’insistenza delle riprese verso i dettagli materiali, la casa, le stanze, i gesti usuali, lo smarrimento nella difficile e assurda catalogazione “immediata” verso l’uscita drammatica dalla storia, storia breve ma non comprimibile nella dimensione episodica. La regia gioca palesemente una sfida tra limite dell’obbiettivo e tensione prospettica, da personale a estensiva, del personaggio Jackie, conduttore di un’elettricità la cui potenza diviene via via più significativa, fino alla chiusura, amara e paradossalmente inversa, del “barlume”. Bravissima Natalie Portman, degna del ruolo, a imprigionare in sé una sete di regalità e di Tradizione – speciali le sequenze dedicate alla responsabilità del funerale – e insieme una consonanza emotiva da non disperdere. Le musiche originali di Mica Levi evitano la retorica e mantengono ferma la doppia dimensione del dramma, intimo e storico. [Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI]
Franco Pecori
23 Febbraio 2017