Desconocido – Resa dei conti
El desconocido
Regia Dani de la Torre, 2015
Sceneggiatura Alberto Marini
Fotografia Josu Incháustegui
Attori Luis Tosar, Javier Gutierrez, Goya Toledo, Elvira Minguez, Paula del Rio, Fernando Cayo, Marco Sanz, Ricardo de Barreiro, Antonio Mourelos, Luis Zahera, Maria Mera.
Carlos (Luis Tosar) è direttore di una succursale di banca in Spagna. Vive bene con la famiglia, la moglie Marta (Goya Toledo), Sara la figlia adolescente (Paula del Río) e il suo fratellino Marcos (Marco Sanz). Una mattina Carlos riceve una telefonata dal suo capo e deve uscire prima del solito, darà un passaggio lui ai figli per la scuola. L’impegno è importante, c’è da collocare i fondi sostitutivi senza insospettire i clienti, sta per scoppiare una notizia, il tema è quello dei cosiddetti derivati. Escono di fretta, l’auto è stranamente aperta e all’interno si sente uno strano odore. Squilla il cellulare e questa volta è la voce di uno sconosciuto che minaccia Carlos, lo avverte di aver messo dell’esplosivo sotto i sedili e di controllarlo a distanza, poi fa la richiesta di danaro. “Voglio i miei soldi”, dice, precisando la somma in dettaglio e il modo di versarla: 67.547 euro in contanti e 420.000 in un bonifico sul conto che è appuntato lì sul cruscotto. E’ tutto quanto Carlos e Sara possiedono. Da questo momento il thriller lascia senza fiato, l’incastro dei condizionamenti è stretto, nessuno dovrà scendere dalla macchina e la situazione sembra non avere sbocchi. Ovviamente non possiamo riferire in dettaglio. In concorso e d’apertura alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia 2015, il film è l’opera prima del quarantenne regista galiziano proveniente dalla Tv spagnola. La narrazione ha il merito di non restare prigioniera del genere, evidenziando temi di carattere morale e sentimentale, con l’intreccio tra situazione matrimoniale del protagonista (rapporti in bilico con la moglie e consapevolezza della figlia, la quale soffre di un certo distacco in atto tra i genitori) e suo ruolo nella vicenda più o meno oscura della vendita di titoli “tossici”, vicenda ben nota nel mondo e che di per sé non giustificherebbe nemmeno, ormai, l’impianto di un thriller. Man mano che Sara, ragazza intelligente e sensibile, prende coscienza di quanto stia succedendo al padre, anche Carlos si apre a una sofferenza meno “tecnica” e non nasconde le proprie responsabilità, non solo di operatore finanziario, ma di uomo nella società civile. Vedremo che il “desconocido” non è poi figura così misteriosa e le sue “ragioni” hanno un senso ben collocabile nel contesto. Da questo punto di vista, nessuna sorpresa speciale. Ma vale il più che discreto livello tecnico della messa in scena, sia nella prima parte quando è in evidenza l’angoscia di Carlos nella propria auto, prigioniero dello sconosciuto ricattatore, sia nella seconda parte quando interviene, insieme alla polizia, la figura di Belén (Elvira Mínguez), capo degli artificieri e donna capace di moderare gli intenti “bellicosi” dei poliziotti, preoccupati di agire secondo protocollo. La tensione è progressiva, non mancano sequenze movimentate e la sostanza umana non esce di scena, pur trasparendo a tratti un po’ di “meccanica” nella ricerca delle soluzioni.
Franco Pecori
31 Marzo 2016