Spider-Man: No Way Home
Spider–Man: No Way Home
Regia Jon Watts, 2021
Sceneggiatura Chris McKenna, Erik Sommers
Fotografia Mauro Fiore
Attori Tom Holland, Tobey Maguire, Andrew Garfield, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon, Jon Favreau, Marisa Tomei, J. B. Smoove, Martin Star, Benedict Wong, Jamie Foxx, Alfred Molina, Willem Dafoe, Thomas Haden Church, Rhys Ifans.
Ragni antichi crescono. Uomo-ragno, una storia infinita e non specificamente seriale. Soltanto, per ora, No Way Home. Certo Spider-Man non è Lassie, la via di casa sarebbe tutta un’altra. Diciamo sarebbe perché, alla fin fine, il luogo primario, difensivo e giusto, simbolo di protezione e sicurezza fondamentale, è la meta, più o meno coperta da sovrastrutture, segnata già dal momento della nostra nascita di umani. È il ritorno nella pancia materna. Nato nel 1962 negli Usa, come fumetto pensato da Stan Lee e disegnato da Steve Dikto, passato al cinema nel 1967 come film di animazione, l’Uomo Ragno frequenta poi lo schermo con assiduità, noncurante di complementarietà e opposizioni, terrestri o intergalattiche che siano. La condizione ragnesca ha origini fantascientifiche (la puntura di un ragno geneticamente modificato) e assume caratteri morali, con il senso di colpa verso la morte di uno zio del giovane Peter. Il film di Jon Watts è il prodotto più fresco, tecnologicamente avanzato e percettivamente più che dignitoso, ma pur sempre “nel mezzo del cammin” restiamo, a domandarci come andrà a finire, se mai riusciremo a “riveder le stelle” del fumetto e della coscienza. Far From Home (2019), No Way Home.. si tratta di un po’ di pazienza. E intanto ci si diverte. Il ragazzo (Peter) sta bene, nonostante i mostruosi ostacoli alla sua verità (e alla nostra). Ci corre incontro – così ci sembra -, pronto a sistemare il sistematile, con l’aiuto di un’impalcatura espressiva di primo piano, dove mostruosità e normalità quotidiane si fondono per la tranquillità di tutti, soprattutto la nostra. Tom Holland – ci si perdoni l’ardimento – non è lontanissimo da Daniel Radcliffe, giovane in crescita, faccia pulita, intenti positivi, disponibilità di mezzi magici (la quantità tecnologica non incide sulla qualità dei risultati). Se mai, c’è da tener conto della visione aggiornata sull’oggi, grazie ormai all’imprescindibile consapevolezza astrofisica, di una possibile e quasi certa (non si sa mai) non solo di altri mondi, ma di mondi altri. La prospettiva è larga, il successo è più che programmabile. Una voce tuona nel semibuio: “Peter, stai lottando per avere tutto quello che vuoi mentre il mondo cerca di farti scegliere”. Ma sarà proprio così? Lasciamo stare la modificazione genetica, origini e conseguenze viaggiano sulla rotaia incerta di un treno fantasma che sfugge al montaggio sicuro.
Franco Pecori
15 Dicembre 2021