Steve Jobs
Steve Jobs
Regia Danny Boyle, 2015
Sceneggiatura Aaron Sorkin
Fotografia Alwin Küchle
Attori Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Michael Ståhlberg, Katherine Waterston, Sarah Snook, Perla Haney-Jardine, Ripley Sobo, Makenzie Moss, John Ortiz, Adam Shapiro, John Steen, Stan Roth.
Premi Golden Globe 2016: Aaron Sorkin sg, Michael Fassbender at, Kate Winslet atrnp.
Un ritratto intimo di Alessandro Volta non è mai stato fatto, ma lasciamo perdere. Danny Boyle (28 giorni dopo, Millions, Sunshine, The Milionarie, 127 ore) ha pensato di dare al cofondatore della Apple il volto di Michael Fassbender e quello di Kate Winslet a Joanna Hoffman, l’ex direttrice marketing della Macintosh. L’avventura in un garage, insieme a Steve Wozniak (Seth Rogen), il rapporto difficile con la figlia adolescente, Lisa (Perla Haney-Jardine). Un sorso di Pepsi in compagnia di John Sculley (Jeff Daniel) e già Steve “vede” l’oggetto accattivante che piacerà al mondo intero. Nel piacere è compreso, anzi basilare, il design. Il computer deve smettere di essere una macchina brutta e incomprensibile, dovrà essere un oggetto da amare, facile, da portare con sé. C’è molto da lavorare, Steve non è mai contento. Seguendolo dietro le quinte mentre sta per presentare i tre prodotti più importanti della sua carriera, il Macintosh nel 1984, il NeXTcube nel 1988 e l’iMac nel 1998, cogliamo anche i momenti della sua vita. La scansione narrativa segue il disegno logico-estetico dell’oggetto in questione, in un’epoca in cui l’oggetto, mentre si materializza e si vende, racconta del proprio rapporto con il nuovo linguaggio e presenta la propria “anima”, in contemporanea con il mutamento del mondo della comunicazione. La scelta del regista e dello sceneggiatore è nel verso dell’impressionismo, fuori dalla linearità del biopic, il che dà al film una dinamica interna e vitale. Steve è genio carente dal lato “umano”, ha un chip al posto del cuore? Ma il punto è proprio questo, forse. Il modo di avere rapporti è destinato a cambiare. Per la bravura degli attori e per la costruzione stessa del set, il film sprigiona una specie di contraddizione elettrica (elettronica), configurabile come lo stare insieme, lavorare insieme imprescindibilmente. E amare il proprio computer. Sarà il mondo, ancora per un po’.
Franco Pecori
21 Gennaio 2016