La complessità del senso
02 06 2023

Plan 75

Plan 75
Regia Chie Hayakawa, 2022
Sceneggiatura Chie Hayakawa
Fotografia Hideho Urata
Attori Chieko Baishô, Kawai Yuumi, Stefanie Arianne Akashi, Hayato Isomura, Taka Takao
Premi Cannes, Un certain regard 2022: Camera d’Or, menzione speciale.

A 75 anni di età si può togliersi di mezzo a spese dello Stato. Tutto pronto, tutto organizzato, assistenza e costi. Si può morire. Non già ora, ma in un prossimo futuro, in Giappone. A spese dell’amministrazione, i vecchi lasciano il posto ai giovani, il Piano è preciso, la poesia sopravvive. Questione capitale. E del Capitale. Si fanno i conti, l’umanità (la società) non tollererà l’invecchiamento ai limiti dell’estinzione. Con triste indifferenza si può andare al trapasso, consapevoli di rientrare in un piano ben calcolato, a favore e non contro il Futuro. Quale idea basica vi sia sotto, lo possono sapere i filosofi, magari dopo aver sentito gli economisti e i politici (di religiosi non se ne parla). Ma nulla cambia, il Piano è fatto. Buono per l’esordio nel lungometraggio, il film della giapponese Chie Hayakawa (esordio nel lungometraggio) è piaciuto a Cannes e a Torino. Sul versante socio-antropologico filosofico e politico, il dibattito è aperto, ma il cinema non è linguaggio neutro (impossibile), siamo bensì nell’oggettuale e l’arte va rispettata: letta/fruita e ridonata al contesto. Il film ha un tono nobile, tutt’altro che urlato, molto contenuto e trasmette consapevole sofferenza mentre provoca obiezioni verso il ragionamento almeno antropologico. Trasparente è comunque la necessità di un approccio culturale serio al problema del “vivere bene” (Welfare), nel prosieguo del sociale e tenuto conto (diciamo conto) del basico rapporto tra sviluppo individuale della libertà e configurazione storica del materialismo. Notevole, necessaria e centrale la parte dell’anziana Michi (bravissima Chieko Baishô): ci fa partecipi senza chiamarci da lei, incarna la discrezione e riassume nel proprio contenimento il necessario richiamo all’umano (all’Umanesimo). Coinvolgimento interessante sarebbe un “dialogo” con l’Intelligenza Artificiale, visto che qui si tratta di distopia. Ma può bastare il riferimento al cinema di Hirokazu Kore-Eda, già proposto da molti. Sufficiente la breve lista di opere come Ritratto di famiglia con tempesta (2016), Un affare di famiglia (2018), La verità (2019), Le buone stelle – Broker (2021). Poi l’apertura di Plan 75 rende necessario il contrasto consequenziale col resto del film: vite distrutte da un giovane in una casa di riposo. Si potrebbe dire già tutto ma lo schermo lascia fuori campo la sostanza del contenuto. Proposta di transfert traducibile in: creamatura collettiva. La componente formale del lavoro si ripropone in tutto il film come valore estetico (non più il Bello dell’Arte) dell’orientamento ideale. Nessuna inquadratura avrà resistito al montaggio. Prima di morire si potrà fare una telefonata (15 minuti), per non sentirsi soli.

Franco Pecori

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11 Maggio 2023