6 Underground
6 Underground
Regia Michael Bay, 2019
Sceneggiatura Paul Wernick, Rhett Reese
Fotografia Bojan Bazelli
Attori Ryan Reynolds, Dave Franco, Ben Hardy, Yuri Kolokolnikov, Mélanie Laurent, Adria Arjona, Lior Raz, Kim Kold, Corey Hawkins, Manuel Garcia-Rulfo, Peyman Moadi.
Pentiti col botto. Scivolando giù dalla cupola del Brunelleschi, raschiando alla guida di un’auto veloce e verde (“bel colore, si adatta bene all’architettura italiana”) l’Apollo e Dafne del Bernini…, ma che emozione l’arte, a sradicarla con un passaggio rapido! C’è qualcuno da inseguire e qualcuno con una pallottola in corpo da curare, cosa volete che sia una strage di estetica. Anche divertente, al cinema. Tutto si aggiusterà. Schiacciati, vedrete, contro il più grande magnete del mondo, il rischio sarà di non farcela a galleggiare, ma l’importante è la Libertà. In principio è un proverbio nuovo: “Il bello della morte è la libertà”. Sei trapassati chi li penserà? Underground, non-esistenti, “niente regole, niente politica”, nessun rendiconto. Durissimi per il Bene del mondo, si son fatti un elenco di malfattori da eliminare, individuati, scovati nelle loro tane, nei centri del male che tutti gli spettatori di Tg possono aver immaginato persistenti contro la Bontà dei più. Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato libertà? A tutto c’è rimedio, in sei si può. Ryan Reynolds – lui (Buried 2010), ne sa qualcosa di una visione dal peggior punto di vista – è con una squadra che li cancellerà come si cancella l’inferno con un colpo di spugna. Un po’ meno facile, forse, ed è qui che interviene la maestria di Michael Bay, regista che non ha paura di alcuna meraviglia evolutiva, Armageddon, Transformers e fate voi – figuriamoci di cattiverie umane. Ne esce un film di cui nessuno potrà dire che sia “lento”. Strage di ostacoli senza qualità riconosciuta, arte o non arte, e il mondo sarà “Un Posto Migliore”. Pulizia. Dopo le prime sequenze, il pieno di dinamismi eroicamente disinvolti potrebbe sembrare già fatto, ma il bello è proprio lì, che mancano ancora due ore. Si dovrà essere pronti a tutto, il Turkistan e l’Afghanistan, il deserto della California, Las Vegas, uno Shakespeare al quinto atto. Uno scenario disumano da rimettere a posto. Nessuno si deve sentire colpevole di certi malesseri, sarà finita. Pentimento coi botti. Come gliela potranno fare? Ma c’è il cinema evoluto, oggi. Non sono più i tempi del “Trasparente”, quando l’immagine scorreva proiettata su uno schermo dietro la scena del ciak “vero”. Oggi gli effetti consolano a meraviglia.
Franco Pecori
13 Dicembre 2019