World Invasion
Battle: Los Angeles
Jonathan Liebesman, 2010
Fotografia Lukas Ettlin
Aaron Eckhart, Michelle Rodriguez, Ramon Rodriguez, Bridget Moynahan, Ne-Yo, Michael Peña, Cory Hardrict, Joey King, Lucas Till, Noel Fisher, Taryn Southern, Taylor Handley, Susie Abromeit, Gino Anthony Pesi, Neil Brown Jr., Will Rothhaar, Jadon Gould, Michelle Pierce.
Nell’ultimo giorno prima di uscire dal servizio, guarda un po’, ecco il lavoro più difficile. Al sergente dei marines Michael Nantz (Eckhart) capitano addirittura gli alieni che invadono bellicosi la Terra. Vogliono l’acqua, ché come la nostra nell’universo è difficile trovarne. Tra l’altro, Nantz viene da un episodio che gli ha procurato difficoltà di rapporti, avendo perso un uomo della propria squadra in una situazione non chiarita. Ma bisogna combattere ancora. E che combattimenti! L’invasione sembra irrefrenabile, gli esseri sconosciuti arrivano in California sotto forma di inattese meteore e presto si rivelano imbattibili. Hanno forma strana, come consunta dall’uso che siamo stati abituati a farne nella fruizione di troppi film del genere. Macchine da guerra dalle sembianze umanoidi (ma più grandi di noi e dai corpi “metallici”), gli alieni sono guidati dal un loro centro di controllo che dovrà essere l’obbiettivo principale della difesa americana. Mentre Los Angeles viene pesantemente attaccata, Nantz e la sua squadra sono chiamati al sacrificio definitivo per la salvezza dell’umanità. Ci sono anche dei civili da salvare. Un gran movimento di mezzi e di spari non abbandona mai lo spettatore, tanto che presto ci si convince delle superiori capacità di contrasto dei marines, forti del loro carattere oltre che dell’addestramento fisico e tecnico; tanto che uno della squadra, preso dall’ammirazione per le gesta del suo sergente, lo paragona perfino a John Wayne. La regia di Liebesman (Al calar delle tenebre, 2003, Non aprite quella porta – L’inizio, 2006) quasi sembra tendere a non chiarire, pur fornendo spiegazioni parlate, la regione della presenza aliena. E non sapremo mai, fino in fondo, se per il futuro potremo stare tranquilli. Maggiore rilevanza, nonostante la ricchezza di scene d’azione incalzanti (ma poco progressive), hanno i rapporti umani tra i componenti la squadra dei marines. Il loro compito è di salvare un gruppo di civili rimasto intrappolato nella città, prima che l’aviazione bombardi pesantemente la zona, ma le difficoltà si riveleranno ben maggiori del previsto. Nell’insieme, tra fantascienza, guerra e horror, l’impressione è di una inutilità espressiva e di una ridondanza di contenuto che collocano il film in uno scaffale secondario.
Franco Pecori
22 Aprile 2011