Un Natale al Sud
Un Natale al Sud
Regia Federico Marsicano, 2016
Sceneggiatura Gianluca Bomprezzi, Paolo Costella
Fotografia Mark Melville
Attori Massimo Boldi, Biagio Izzo, Anna Tatangelo, Paolo Conticini, Debora Villa, Barbara Tabita, Enzo Salvi, Loredana De Nardis, Ludovica Bizzaglia, Simone Paciello, Giulia Penna, Riccardo Dose.
Ci sono o ci fanno? Ci fanno. Giocano a fare gli stupidi per dirci che il web è roba da scemi. Non sarà un po’ poco? Se, in tema di realtà virtuale e uso del cellulare, Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese vi fosse sembrato un trattato di filosofia del linguaggio e di sociologia della comunicazione, ci pensa Federico Marsicano a farvi rientrare in voi. Dopo aver aiutato registi come Enrico Oldoini, Claudio Giovannesi, Fausto Brizzi, ora Marsicano si prende la responsabilità di dirigere un film che sembra una sciocca commediola ma rischia di potersi leggere come un trattatello quasi serio sul travaso teoretico di massmediologie esistenziali. Meritoriamente il regista si sacrifica rinunciando al Cinema e mette in esecuzione un sapiente assemblaggio di figurine esemplari del travisamento oggettuale quale ci capita di vivere nell’odierna civiltà elettronica. Nessun disprezzo nelle nostre parole, se mai un vago senso di arretratezza per un contesto che per quanto sembri fresco di giornata ha già l’aria del trapassato e pur utile gioco del “voglio vivere così, col sole in fronte”. Mascherato da film di Natale, Un Natale al Sud è un trionfo della banalizzazione compiacente a vantaggio della comprensibilità universale. C’è un nemico da sconfiggere: la Realtà Virtuale. E’ un nemico di comodo, facile da abbattere se posto a fronte della virtuosa Realtà. Il problemino non sarebbe così semplificabile, tuttavia chi se ne importa: vinca il migliore. E vincerà senz’altro, avendo eliminato per convenzione misera l’avversario ipotetico. Due figlioli di buona famigliola, Riccardo (Riccardo Dose) e Simone (Simone Paciello) cocchi di mamma e papà, diteggiano irrefrenabili sullo schermino del cell con due ragazzette, Ludovica (Ludovica Bizzaglia) e Giulia (Giulia Penna), senza mai incontrarsi con loro. Oggigiorno niente di più facile, basta frequentare una chat di incontri virtuali, tipo Cupido 2.0. I quattro genitori, Peppino (Massimo Boldi) e Bianca (Debora Villa), Ambrogio (Biagio Izzo) e Celeste (Barbara Tabita), senza sapere bene come né perché conosciutisi in una chiesetta di montagna (ma tanto, ciò che conta è il senso pedagogico del procedere), uniscono le proprie energie intellettuali per indirizzare le passioni dei loro ragazzi su binari concreti. Basta. Li ritroviamo tutti insieme in un meeting (sì sì, ormai è opportunità facilissima) in Puglia, al Resort Canne Bianche di Fasano. E’ un paradiso del vivere beati, dove il relax è principio della salute mentale e dove possono trionfare le attitudini e le professionalità desunte dall’ultima elettropagina, come la Eva (meglio al femminile) fashion blogger (Anna Tatangelo, debuttante nel cinema) o come l’influencer tartarugato (Paolo Conticini). Culi e cosce dappertutto, gesti amorosi con lingua esposta, omosessualità sfiorate e perfino un Enzo Salvi psicologo senza scrupoli di bon ton quando gli scappino i bisognini all’improvviso, Sud e Nord non hanno più importanza man mano che l’onda tsunamica delle “idiozie” esemplari sale dal blocconote documentario dell’apparenza bassa. E sia benedetto ogni momento di tranquillità.
Franco Pecori
1 Dicembre 2016