Il peggior Natale della mia vita
Il peggior Natale della mia vita
Alessandro Genovesi, 2012
Fotografia Federico Masiero
Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Diego Abatantuono, Antonio Catania, Andrea Mingardi, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Dino Abbrescia, Alessandro Bisentini “Ale”, Francesco Villa “Franz”.
Incrollabile ottimismo. Sarà pure un Natale alquanto “sfigato”, ma facciamo finta di niente e anzi mettiamoci sopra qualche battuta ironica e via. Paolo (Fabio De Luigi) sembra mettercela tutta per giustificare il titolo. In un’automobilina nuova appena acquistata sta raggiungendo la moglie Margherita (Cristiana Capotondi), prossima al parto, nel castello – a Gressoney Saint Jean, in Val d’Aosta, ex residenza estiva della regina Margherita – che Alberto (Diego Abatantuono) ha comprato per “festeggiare” lo scampato pericolo di una grave malattia. Margherita è già lì con i genitori, Giorgio (Antonio Catania) e Clara (Anna Bonaiuto). C’è anche Benedetta (Laura Chiatti), la figlia di Alberto in attesa anche lei di un prossimo parto. Ci si prepara a un insolito Natale in famiglia, tutt’intorno il gruppo del Monte Rosa e molta neve. Ma Paolo si fa attendere, dalle prime inquadrature si capisce subito che il tipo non è affidabile e infatti gliene succederanno e ne procurerà di tutti colori. Mentre gli altri si disperano e lo “odiano”, soltanto Alberto lo salva e anzi prende le sue drammatiche sbadataggini quasi come occasioni per esercitare la propria visione ottimistica della vita. Una “catastrofe” dietro l’altra, si arriverà a credere che il padrone di casa sia addirittura morto e lui, come se niente fosse, si rallegrerà dell’arrivo di una folla di “ospiti” venuti per partecipare al suo funerale. Una musichetta Soul/Jazz (Andrea Mingardi e Rachele Amenta, nei panni del padre di Paolo e della figlia più piccola si aggiungono alla compagnia e danno un piacevole contributo canoro) dà ritmo alla festa e – nonostante qualche “sosta di troppo” nel procedere del racconto – tutto finisce in gloria, con speciale soddisfazione di Giorgio, al quale Alberto passa la leva del comando nel loro lavoro. Infine l’arrivo di Margherita (la neonata) rallegrerà amici e parenti. Nascita e morte, unificanti radici, fanno da sottofondo “filosofico” a questa commediola gradevole e “ben educata” che ha l’aria di essere l’ennesimo capitolo di una “ricerca della famiglia perduta”. La simpatia e la bravura di Abatantuono, tra grottesco e surreale, tiene vivo il filo comico col quale il regista tesse la trama non di pura occasione. Regge bene anche De Luigi, bravo a mantenere in primo piano un ruolo dal carattere “secondario”. Notevoli le gag tra il maggiordomo Pino (Dino Abbrescia) e Alberto e della coppia di addetti alle pompe funebri, il truccatore Ale e il becchino Franz.
Franco Pecori
22 Novembre 2012