Green Book
Green Book
Regia Peter Farrelly, 2018
Sceneggiatura Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie, Peter Farrelly
Fotografia Sean Porter
Attori Viggo Mortensen, Mahershala Alì, Linda Cardellini, Sebastian Maniscalco, P.J. Byrne, Don Stark, Brian Stepanek, Daniel Greene, Iqbal Theba, Martin Bats Bradford, Tom Virtue, Anthony Mangano, Craig DiFrancia, Frank Vallelonga.
Premi Golden Globe 2019: Film musical/commedia, sg., Mahershala Alì atnp. Oscar 2019: Film, Mahershala Alì atnp, sg orig.
New York City, 1962. Tony Vallelonga (Viggo Mortensen), detto Lip per via della difficile pronunciabilità del cognome italiano, e Donald Shirley (Mahershala Alì) sono due “vasi comunicanti”. Le loro condizioni, differenti ma non così diverse, producono un confronto positivo e produttivo di reciproca conoscenza, di comprensione, di scioglimento e fusione di problemi, di ansie, di opposizioni che si rivelano non tanto individuali quanto storiche e dunque comprensibili, risolvibili. Shirley, afroamericano, è un pianista raffinato, porta il suo repertorio virtuosistico “classico”, in un largo giro di concerti attraverso il profondo Sud, Kentucky, Nord Carolina, Tennessee, Mississippi. «Non siamo una banda», dice: ci tiene a distinguere il suo trio (piano, violoncello e contrabbasso) con cui propone (ascolteremo qualche nota) una musica tra il classico/leggero, anche vagamente “jazzistico”, gradevole per il gusto medio di un pubblico non ancora (!) bendisposto verso i valori musicali delle origini “nere”. Tony, fa il buttafuori al Copagabana. Sincero e rude, ama la moglie Dolores (Linda Cardellini) e mostra qualche tendenza “bonaria” alla diffidenza classista, per esempio verso gli operai che gli fanno un lavoro in casa. Quando il Copagabana sospende l’attività per una ristrutturazione del locale, Lip si ritrova senza lavoro e accetta di fare l’autista («ma non sarò un maggiordomo». precisa) di Shirley nel suo viaggio musicale. Dovrà guidare l’auto, preoccuparsi che il musicista arrivi puntualmente di tappa in tappa e trovi l’immancabile piano Steinway, il solo degno della sua performance. Non sempre l’accoglienza, per le strade, negli alberghi e nei ristoranti, sarà degna della riservatezza e del civile contegno del quale Shirley sembra non poter fare a meno. Gli sarà più di una volta utile la saggia “praticaccia” di vita di Tony, grazie anche al Green Book del titolo, la guida speciale per automobilisti afroamericani. E da parte sua, l’autista, sotto la contenuta e spesso imbarazzata attenzione “pedagogica” del suo boss, imparerà a comportarsi più civilmente nelle usuali situazioni di convivenza. Vasi comunicanti. Lo scambio reciproco di forme e di contenuti produrrà i suoi frutti. Tony imparerà non solo a non fumare troppo in macchina e a non gettare fuori dal finestrino il bicchiere di plastica, ma potrà rendersi conto di quanto la sua Dolores apprezzi due righe gentili, scritte (sotto dettatura del pianista) invece della solita telefonata priva di aggettivi. E Don Shirley, da pianista, arriverà ad avere un sussulto emozionale verso la tastiera, aprendosi finalmente al ritmo e agli accenti della musica “nera”. In viaggio ha scoperto dalla radio il feeling di Little Richard, subendo da Tony il duro rimprovero: «Lei non conosce la sua gente!». Ha trovato così il momento per la benefica confessione: «Soffro da solo perché la gente non mi accetta, appena scendo dal palco torno a essere un altro negro». Il viaggio di rientro mostrerà il buon risultato dell’esperienza di scambio. È la cena della vigilia di Natale, i due vasi comunicanti segnalano armonia. Gradevole, non semplicemente accomodante, la commedia di Peter Farrelly (Scemo & + Scemo 1995, Tutti pazzi per Mary 1998) propone con garbata ironia tematiche non ancora considerabili di perfetta digeribilità. La sceneggiatura sa trattare al medesimo livello di attenzione sia il lato “umano” del rapporto dei due protagonisti, sia la pertinenza della materia musicale nel suo specifico versante estetico (sappiamo che l’estetica non è più, o non può più esserlo, semplicemente la filosofia del bello). Decisivo l’apporto dei bravissimi Viggo Mortensen e Mahershala Alì. [Festa del cinema di Roma 2018, Selez. Ufficiale]
Franco Pecori
31 Gennaio 2019