Batman v Superman: Dawn of Justice
Batman v Superman: Dawn of Justice
Regia Zack Snyder, 2016
Sceneggiatura Chris Terrio, David S. Goyer
Fotografia Larry Fong
Attori Ben Affleck, Gal Godot, Henry Cavill, Jason Momoa, Amy Adams, Jena Malone, Diane Lane, Ezra Miller, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Holly Hunter, Laurence Fishburne, Tao Okamoto, Ray Fisher, Christina Wren, Michael Cassidy, Harry J. Lennix, Nicole Forester, Will Blagrove, Sammi Rotibi.
Prima o poi doveva succedere. Due eroi con qualcosa (molto) in più come loro due non potevano restare lontani l’uno dall’altro. E’ l’immaginario stesso, quello che sta nella storia dell’umanità, a tendere fatalmente alla confluenza. Così si può credere, così conviene. E dunque Batman (qui Ben Affleck) e Superman (qui Henry Cavill) finalmente s”incontrano – si scontrano, ma che differenza fa? Non sarà un incontro amichevole, realizzato con le meraviglie tecnologiche più attuali (budget 400 milioni di dollari) – e tuttavia, al culmine, non privo della scazzottata americana -, ma sarà anche la nascita di una Giustizia, o almeno l’alba. Diciamo “una” per non peccare di ingenuità, noi che i fumetti li abbiamo sempre tenuti in conto metaforico forte. E succede anche un fenomeno strano: mentre albeggia in 750 sale la Giustizia di Batman e Superman – e attenzione alla Wonder Woman (Gal Godot), non tanto sexy quanto ci si aspetterebbe – veniamo a sapere che i 6000 studenti delle superiori italiane, chiamati a votare per le Candidature (agli Oscar le chiamano Nomination) del David di Donatello Giovani, non danno la preferenza al primo supereroe italiano, accolto invece dalla stampa specializzata con applausi da stadio al Festival di Roma. Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti, ironico e provocatorio fumetto nostrano (un “cazzeggio” artistico, è sembrato a noi), non figura nella cinquina benedetta. E allora bisognerà considerare la valenza ormai pienamente adulta della lunga storia dei più grandi eroi e dei loro enormi superpoteri, storia che per Kai-El/Clark Kent risale al 1933 mentre per l’Uomo Pipistrello rimanda al 1939 e che sembrerebbe dover giungere, una volta o l’altra, al suo quindi. In confidenza ci crediamo poco, ma comunque stiamo a vedere. Di sicuro Zack Snyder e gli sceneggiatori Chris Terrio e David S. Goyer non hanno l’aria di aver voluto scherzare troppo. Per questo Batman v Superman converrà usare la parola grossa: biblico. Il regista ha avuto modo di non mostrare titubanze nel rapporto spettacolare con la Storia (300 2007), trasmigrando poi con disinvoltura dal tempo che fu al tempo supereroico per adulti, con personaggi aspiranti all’eternità, sia pure ancorati alle nozioni più elementari sui destini del pensiero (Watchmen 2009). Ora il tono sale. C’è il Dio/Uomo che somiglia tanto a un Cristo/Superman, ci sono croci in un altipiano desertico e sconquassato quasi Golgota. E c’è nientemeno che Satana/King Kong, meno patetico delle versioni classiche e svolazzante negli interspazi, tuttavia gigantesco e indomabile/quasi, fatto salvo l’intervento della Signora Wonder e soprattutto realizzatosi il principio dell’Unione-fa-la-Forza, ossia il rovesciamento non solo tattico bensì strategico dell’antagonismo Batman-Superman, in nome non più di una generica salvezza dell’umanità ma di qualcosa di molto più “vicino” e perfino sentimentale. Diciamolo tra di noi: tutti hanno una mamma (capirete vedendo il film). Il resto non è di primaria importanza. Dopo Freud, chi volete che non sappia che il Male può assumere forme di nervosismo acuto (Lex Luthor / Jesse Eisenberg) fino a far dire a Ben Affleck (la faccia perbene di Batman) che il diavolo viene dal cielo? Di “massime” da ricordare non ne mancano durante le 2 ore e mezza del film, ma lasciamo perdere perché la filosofia esplicita dei fumetti non ci appassiona, preferiamo le valenze estetiche: impegnano di più la sensibilità. Solo per dovere di cronaca registriamo almeno la più marmorea. E’ di Batman, dice: “Gli uomini sono ancora buoni”.
Franco Pecori
23 Marzo 2016