La complessità del senso
29 09 2023

Beyond

Svinalängorna
Pernilla August, 2010
Fotografia Erik Molberg Hansen
Noomi Rapace, Ola Rapace, Outi Mäenpää, Ville Virtanen, Tehilla Blad
Venezia 2010, Settimana della critica: film

«Ho sempre pensato di non aver fatto abbastanza». Il pensiero tortura la finlandese Leena a proposito della sorte del fratellino che lei, ancora bambina, lasciò nelle mani degli assistenti sociali, intervenuti nella crisi tra i suoi genitori. Il primo film da regista dell’attrice svedese Pernilla August – Fanny e Alexander (Ingmar Bergman, 1982), Con le migliori intenzioni (Bille August, 1992), Star Wars I e II (George Lucas, 1999 e 2002), Gli innocenti (Per Fly, 2005), Una soluzione razionale (Jorgen Bergmark, 2009) – è tratto dal bestseller Svinalängorna, di Susanna Alakoski, racconto drammatico dei rapporti difficili e violenti di una coppia di finlandesi trasferitisi in Svezia, del loro disadattamento nel nuovo contesto sociale e delle tristi conseguenze nell’educazione e nella crescita dei loro due figli. Leena (la bravissima Noomi Rapace, La ragazza che giocava con il fuoco, Uomini che odiano le donne), ormai sposata e madre di due bambine, non riesce a liberarsi del peso dell’infanzia trascorsa nel disordine familiare e segnata da episodi che hanno fortemente inciso sul suo carattere e su quello del piccolo fratello. Il “segreto” che la donna porta con sé chiede di emergere quando arriva la telefonata che la chiama ad assistere agli ultimi giorni di sua madre. Nella memoria di Leena è da colmare il vuoto che ella stessa ha voluto mantenere per anni, il distacco con cui si è difesa dalla “persecuzione” dei ricordi. La regista sceglie la soluzione dei flash ricorrenti, con i quali dà sostanza interiore al “ritorno” di Leena nella casa abbandonata, senza più il padre e con la madre in fin di vita all’ospedale. L’alternanza di presente e memoria, mentre contribuisce al recupero dei sentimenti verso i genitori – tra dolore e amore –  contiene lo sviluppo drammatico del passato entro un quadro di analiticità, utile alla comprensione non solo soggettiva del tema. Tensione e compressione caricano il volto della protagonista di un pathos molto consapevole.

Franco Pecori

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16 Marzo 2011