Barbarossa
Barbarossa
Renzo Martinelli, 2008
Fotografia Fabio Cianchetti
Rutger Hauer, Raz Degan, F. Murray Abraham, Kasia Smutniak, Cécile Cassel, Angela Molina, Hristo Shopov, Antonio Cupo, Elena Bouryka, Federica Martinelli, Hristo Jivkov, Maurizio Tabani, Riccardo Cicogna, Gian Marco Tavani, Robert Alexander Baer, Zoltan Butuc, Karl Baker, Vlad Radescu, Marius Chivu, Stefan Adrian, Francesca Ruiz, Alin Olteanu, Stefan Velniciuc.
«Libertà libertà» è il roboante grido dei lombardi del leggendario Alberto da Giussano (Degan), pronti a morire pur di cacciare Federico Barbarossa (Hauer), l’imperatore tedesco che mira al dominio universale con in mente la figura di Carlo Magno. Milano è il primo obbiettivo e viene distrutta con relativa facilità (1162), senonché i comuni del Nord Italia, da Lodi a Como a Brescia ad Alessandria, smettono di litigare tra loro e aderiscono alla proposta di Alberto, di unire le forze in un piccolo esercito, la Compagnia della Morte. A Pontida nasce la Lega Lombarda e a Legnano c’è lo scontro finale, la strenua difesa del Carroccio e la sconfitta dell’imperatore eletto da Dio (Sacro Romano Impero). È il 29 maggio 1176. Si afferma, con l’appoggio del Papa Alessandro III, l’autonomia e la libertà commerciale dei comuni contro l’oppressione imperiale. È la storia che si studia a scuola sin dalle elementari. Martinelli (Piazza delle Cinque Lune, Il mercante di pietre, Carnera) ce la racconta con tono epico ma in forma molto elementare in un filmettone dal suono assordante e virato in verde. Per la serie “non si butta via niente”, le sequenze di movimento sembrano trattenere in sovrabbondanza il materiale girato e spesso lo “raddoppiano” anche col sistema “crow replication”. A fronte dei rigonfiamenti tecnologici, il senso del film è ridotto all’osso: nessuna intenzione di indagare il mito e, anzi, trasparente tentativo di consolidarlo in sacrosanta verità. La sceneggiatura è quasi infantile soprattutto nello sviluppo dei dialoghi (ma non assurge a dignità di fumetto) e la recitazione è esageratamente semplificata. Riesce comunque a distinguersi la Smutniak, brava nel ruolo di Eleonora, la “strega” di cui s’innamora Alberto.
Franco Pecori
9 Ottobre 2009