Sex and the City 2
Sex and the City 2
Michael Patrick King, 2010
Fotografia John Thomas
Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Chris Noth, David Eigenberg, Evan Handler, Jason Lewis, Mario Cantone, Willie Garson, Miley Cyrus, Penélope Cruz, Max Ryan, Liza Minnelli, Omid Djalili.
Inseparabili come gli ingredienti di una torta, Carrie (Parker), Samantha (Cattrall), Charlotte (Davis) e Miranda (Nixon) lasciano ancora la loro scia inconfondibile. Si avvertono i profumi, si notano le impronte delle scarpe, si riconoscono le andature, gli abiti, gli oggetti ora anche vintage. Le gioie, i sogni e i problemi, per le quattro amiche che insieme forniscono una panoramica a 360 gradi delle possibilità di vita nello scenario invogliante della New York medioalta ancora attuale, restano più o meno gli stessi, con la piccola ma non trascurabile variante del tempo che passa. Sicché è inevitabile un aggiustamento del target. L’età divenendo matura, ogni spunto, ogni battuta, ogni decisione da prendere anche piccola assume un carattere più decisivo e più che mai le palle vanno prese al balzo. Non vale certo la pena di soffermarsi più di tanto sulla “storia” del gruppo. Una rapida citazione della data iniziale, 1986, e via sull’onda dell’opportunismo sfrenato e sorridente. Superato con qualche angustia l’impatto d’un avvio noiosetto (il matrimonio gay con festa danzante anziana alla quale pare non fosse possibile mancare), le splendide quattro volano ad Abu Dhabi. C’è uno sceicco nell’immaginario di ogni donna contemporanea. Della crisi mondiale nemmeno l’ombra, figuriamoci. Come sarà il “nuovo Merioriente” spensierato e vacanziero? Da favola, anche perché gratis. Soltanto, mentre da noi i comportamenti di Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha non sconvolgono minimamente i passanti, nei dintorni di Abu Dhabi le donne portano il velo. Di nascosto, nelle case, cospirano per emanciparsi, ma all’esterno comandano ancora gli uomini. Finirà che, soprattutto a causa dell’estroversione di Samantha, verrà bruscamente interrotta la vacanza delle quattro amiche. Potrebbero rimanere nel lussuosissimo albergo dov’erano state invitate. Ma ora pagando. Ed è qui che, consumatasi fino in fondo la sostanza del contenuto, dalla stanchezza del racconto emerge il target, vero protagonista del film. Sull’etichetta è scritto: “Vorrei ma non posso”. Le ultime sequenze sono occupate dalla suspense del ritorno. Riusciranno le nostre donne sognanti in trasferta a prendere l’ultimo volo valido in regime “free”, o le vedremo indegnamente sofferenti per il lungo trasferimento in turistica? A fronte di tale possibile catastrofe, cosa volete che sia il matrimonio ricomposto (divano e tv) di Carrie, o il pianto capriccioso e insistito della bimba di Charlotte?
Franco Pecori
28 Maggio 2010