Fast & Furious – Solo parti originali
Fast & Furious
Justin Lin, 2009
Fotografia Amir M. Mokri
Vin Diesel, Paul Walker, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Laz Alonso, Gal Gabot, John Ortiz, Sung Kang, Kofi Natei, Wilmer Calderon, Ron Yan, Liza Lapira, Shea Whigham, Tego Calderon, Neil Brown Jr., Mirtha Michelle.
E quattro: Fast and Furious (2001), 2 Fast 2 Furious (2003), The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006), Fast & Furious – Solo parti originali (2009). Una certa passione per le auto ruggenti continua. E si presenta con i medesimi ingredienti: coattume alla moda, esistenzialismo meccanico, giustizia fai da te, canto clandestino dei motori, incanto delle carrozzerie. E sotto sotto, buoni sentimenti: l’amicizia e l’amore vanno al di là dei recinti “sociali”, si può rischiare la vita per un principio di fedeltà. E per favore, non toccate la sorella/Brewster (di Toretto/Diesel). La distinzione tra bene e male è affidata quasi esclusivamente alle facce, ma per vederci chiaro e cogliere le sfumature decisive bisogna essere superesperti. Altrettanta esperienza e raffinatezza di gusto estetico richiedono le automobili. Non ci addentriamo in un campo che non è il nostro. La droga, il poliziotto infiltrato (O’ Conner/Walker) nella mala, l’ex galeotto cuor d’oro e ferocia a fior di pelle: aggiungete burro quanto basta (una certa voglia di “tornare a casa” che fa pensare a Lassie) e la torta rombante è pronta per cuocere. Forte, energetica, la regia di Lin (il taiwanese già director di Spotlighting, Annapolis, Finishing the Game: The Search for a New Bruce Lee, oltre che del terzo Fast/Furious), dietro la scorza di una certa competitività periferica, lascia più che intravedere una consapevolezza, che sfiora la sapienza, dell’importanza delle apparenze. E non è solo di cinema (sarebbe perfetta ovvietà) che stiamo parlando. Il problema di film come questi, se non sei né un vero coatto né un coatto intellettuale, è come leggerli. Dice: ma è vietato essere normali? E come, con quella giostra iperuranica di movimenti truccati che ti spingono di fotogramma in fotogramma nel vortice dell’indistinto? La cercheremo la normalità, speriamo di trovarla. Altrimenti, pazienza.
Franco Pecori
17 Aprile 2009