Miss Potter
Miss Potter
Chris Noonan, 2006
Renée Zellweger, Emily Watson, Ewan McGregor,
Barbara Flynn, Bill Paterson, Matyelok Gibbs, Jane How.
Coniglietti e altri animalucci. A Beatrix Potter piacevano tanto. Li disegnò fin da bambina. E divenne la famosa scrittrice inglese di raccontini per bambini. Tutto qui? Siamo agli inizi del Novecento e per Beatrix non fu facile trovare un editore. Inoltre, i suoi genitori, specialmente la madre, non apprezzavano la sua creatività, pensavano piuttosto a trovare una “sistemazione”, un “buon partito” per la loro figlia ormai da tempo in età da marito. Sicché, quando Beatrix trovò finalmente in Norman Warne l’uomo pronto a pubblicare i suoi racconti illustrati e ad amarla, lo scontro in famiglia fu inevitabile. Tutto qui? Interessanti le tipiche aspirazioni della famiglia Potter, di non nobile provenienza (“Siamo dei parvenus”, rinfaccia Beatrix dopo il no della madre al matrimonio con Norman) e di mire altoborghesi. E giusta la cornice della “campagna inglese”, inquadrata nei momenti di pathos romantico per “connaturare” la biografia con la storia e rendere esteticamente coerente la “testimonianza” d’epoca. Ma tutto qui? La tecnica interpretativa di Zellweger, sebbene la protagonista insista dall’inizio alla fine nell’uso della smorfietta e del bamboleggiamento per esprimere i diversi stati d’animo relativi all’evolversi della propria vicenda, è tuttavia la chiave che ci apre la porta della tranquillità: tempi duri, non facili, per una ragazza di famiglia inglese che, alle soglie della “modernità”, volesse affermarsi in maniera autonoma. Anche la minima mossa “irregolare” poteva dare l’impressione dell’anarchia e, tutto sommato, Beatrix Potter ebbe il coraggio in giusta misura, sufficiente a riscattarsi dal dettame materno. Con una certa misura, possiamo anche noi sperare di fare altrettanto, se fosse giusto e necessario e se lo volessimo.
Franco Pecori
2 Febbraio 2007