Diverso da chi?
Diverso da chi?
Umberto Carteni, 2008
Fotografia Marcello Montarsi
Luca Argentero, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Pannofino, Antonio Catania, Giuseppe Cederna, Rinaldo Rocco, Antonio Bazza.
Si fa presto a dire la famiglia. Certi valori vanno messi in pratica. Prendiamo un momento di vita pubblica in una città italiana (si riconosce Trieste). Si deve eleggere il sindaco, la campagna elettorale è difficile per il centrosinistra. I sondaggi danno a Galeazzo (Pannofino), sindaco uscente, un vantaggio che sembra incolmabile. L’Unione Democratica, senza molta convinzione, sceglie di candidare Piero Bonutti (Argentero). Un sindaco gay in una città di destra? A Piero viene affiancata la cattolica Adele Ferri (Gerini), “estremista di centro”, implacabile sostenitrice del matrimonio in chiesa. Ad Adele, lasciata dal marito per la sua difficoltà ad avere figli, irrigidita e sessualmente repressa, la posizione subalterna a Piero, da 14 anni “sposato” con Remo (Nigro) e convinto sostenitore della libertà in amore, appare subito insostenibile. Si profila uno scontro interno che porterà al disastro elettorale. Tutto questo, per il regista debuttante Carteni e per lo sceneggiatore Fabio Bonifacci, fa già commedia. Gli ingredienti della politica sono dosati con ironia e vanno a formare quadretti di un certo rilievo riflessivo. Si sorride e si ri-conosce una realtà alla quale, forse, ci si è un po’ troppo assuefatti. La commedia politica diventa presto, però, anche commedia di sentimenti. Remo consiglia Piero di prendere Adele con le buone. E l’effetto c’è. Le gentilezze e le attenzioni di Piero risvegliano nella donna una sensibilità sopita. Il candidato gay, bell’uomo e anche un po’ “farfallone” (ha tradito qualche volta il compagno), la attrae e se ne innamora. Qui, in alcuni passaggi, la bravura della Gerini salta in primo piano, l’attrice recita da protagonista, ben oltre i limiti macchiettistici e caratteriali in cui eravamo abituati a vederla confinata (film di Verdone compresi). La “trasformazione” di Adele è talmente convincente che anche Piero finisce per innamorarsi. E Remo? Non accadrà come nella canzone di Povia. La commedia accentua ora l’andamento paradossale. Adele rimane incinta. Piero non se la sente di rinunciare al suo lato gay. Sembrerebbe la crisi. Ma l’arrivo di un figlio risolve la situazione. Ancora una volta è Remo ad accendere la lampadina. Il bambino avrà due padri, crescerà in una famiglia così. Perfino Adele se ne convince. Verità e paradosso si coniugano in vista di un futuro diverso? Diverso da che? Con una certa insistenza, la commedia italiana prova a reagire al piattume che generalmente la soffoca. Restando agli ultimi anni, questo buon esordio di Carteni va ad aggiungersi a prove non dissimili, per quanto diverse, come Due partite, Amore, bugie e calcetto, Tutta la vita davanti, Solo un padre, Notturno bus, Non pensarci, Lezioni di cioccolato, Uno su due, L’amico di famiglia, Lascia perdere, Johnny!
Franco Pecori
20 Marzo 2009