The Accountant
The Accountant
Regia Gavin O’Connor, 2016
Sceneggiatura Bill Dubuque
Fotografia Seamus McGarvey
Attori Ben Affleck, Anna Kendrick, J.K. Simmons, Jon Bernthal, Jean Smart, Cynthia Addai-Robinson, Jeffrey Tambor, John Lithgow, Alison Wright, Gary Basaraba, Kelly Lintz, Fernando F. Chien, Alex Collins, Andy Umberger, Greg Sproles, Kevin Glen Kavanaugh, Jason MacDonald, David Anthony Buglione, Susan Williams, Boualem Hassaine, Ron Prather.
Christian Wolff (Ben Affleck) è un ragioniere molto speciale. Il padre, militare convinto che si debba scegliere tra dominare o essere dominati, quando si accorse di avere un figlio autistico decise di “educarlo” in maniera dura, in modo che nella vita si potesse difendere da solo. E così lo rovinò – si vedrà perché – e rovinò anche l’altro figlio (Jon Bernthal), più o meno coetaneo. Il Christian commercialista, precisissimo e geniale nel risolvere problemi di tipo matematico, è anche esperto nell’uso di armi potenti e sofisticate. Due persone in una. Nella professione, chiuso nei suoi conteggi e indifferente alle qualità sociali, il ragioniere presta sotto banco le sue capacità a criminali di alto livello, armi, droga, riciclaggio. Ma qualcuno ha drizzato le antenne. Ray King (J.K. Simmons), comandante della Sezione Crimini del Dipartimento del Tesoro, a pochi mesi dalla pensione, non vuole perdersi il finale di quello che gli sembra un affare molto interessante. E affida il caso più che spinoso a Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), una brava analista la quale non può rifiutarsi di accettare per via di un suo passato per lei compromettente. Ecco che Christian prende un lavoro “pulito” alla Living Robotics, una compagnia produttrice di arti artificiali. Si tratta di capire come mai certi conti non tornano, in maniera molto vistosa (milioni di dollari). Se n’è accorta una delle impiegate, Dana (Anna Kendrick), e mentre il ragioniere-fenomeno comincia a elaborare formule – guarda un po’ – alcune persone muoiono assassinate. Emerge la violenza di un killer inaspettato, Brax (Jon Bernthal) contro la cui violenza Christian dovrà fare i conti fino alla fine. Il racconto prende la piega del thriller d’azione, con una regia però molto attenta agli aspetti interiori dei personaggi. Siamo continuamente portati a domandarci dove sia il lato umano della vicenda, tanto che forse è proprio questo il vero contenuto del film. Il rapporto che nasce-non-nasce tra Christian e Dana è uno egli indici. Il finale ce ne riserverà un altro, ben più forte. L’intreccio delle figure in azione non è sempre di facilissima lettura, fino a toccare tratti di artificiosità, ma ci pensa un’eccellente interpretazione di Affleck a rendere coinvolgente la vicenda. Procedendo il film, l’aspetto più interessante diviene il problema della “diversità” dell’uomo Christian e della sua famiglia. Se a veder bene non viviamo un po’ tutti in maniera “autistica”, in difesa dal mondo “nemico”, e come possiamo, volendo liberarci dalla costrizione degli egoismi, scegliere soluzioni che abbiano la forza, individuale e collettiva, di mutare la storia. [Festa del cinema di Roma 2016, Selezione Ufficiale]
Franco Pecori
27 Ottobre 2016