Zona d’ombra
Concussion
Regia Peter Landesman, 2015
Sceneggiatura Peter Landesman
Fotografia Salvatore Totino
Attori Will Smith, Alec Baldwin, Guru Mbatha-Raw, Arliss Howard, Paul Reiser, Luke Wilson, Adesale Akinnuoye-Agbaje, David Morse, Albert Brooks, Stephen Moyer, Eddie Marsan, Matthew J. Willig, Hill Harper, Richard T. Jones, Mike O’Malley, L. Scott Caldwell.
E’ in gioco il cervello. Un articolo intitolato “Game Brain”, apparso sulla rivista GQ (Gentleman’s Quarterly), trimestrale per gli uomini fondato in America negli anni ’50, ha ispirato il film che affronta lo spinoso argomento della pericolosità del football per la salute neurologica dei giocatori. L’autrice Jeanne Marie Laskas – suo poi il libro Zona d’ombra da cui il film – raccontava nel numero del settembre 2009 la storia della scoperta di una malattia degenerativa, l’encefalopatia cronica traumatica (CTE), causata nel cervello dei giocatori di football dai colpi ricevuti durante le partite e anche nel corso degli allenamenti. La scoperta era da attribuire alle ricerche di un medico nigeriano operante negli Stati Uniti. Secondo il dottor Bennet Omalu, i duri scontri di gioco erano in grado di procurare traumi significativi. Nel film dell’americano Peter Landesman (giornalista d’inchiesta e autore di lavori televisivi), il ruolo del medico è affidato a Will Smith, bravo a immedesimarsi nella parte, mantenendo la trasparenza dei problemi in questione senza far perdere al racconto la giusta tensione narrativa. Omalu è un coroner scrupoloso e appassionato nel suo lavoro, affronta le autopsie cercando nei defunti i segni per un “dialogo” rivelatore che porti alla luce le cause più segrete del decesso. Il neuropatologo cerca segni di vita nel corpo dei morti e arriva alla conclusione poetica: “Dio non ci ha creati perché giocassimo al football”. La prima occasione di ricerca viene dalla morte del famoso campione Mike Webster (David Morse), ridotto alla demenza a soli 50 anni, dopo una gloriosa carriera sportiva. Nel cervello di Webster il giovane medico nota segni che non gli sembra possano essere naturali e vuole intraprendere una ricerca approfondita, con un’ipotesi in testa, la CTE, che non piace al sistema della National Football League. Omalu si vedrà negare i fondi e anche la sua origine nigeriana non gli gioverà nel confronto con le autorità. Per fortuna, un altro medico, il Dott. Julian Bailes (Alec Baldwin), troverà la forza di schierarsi con lui. Dal punto di vista dell’espressione cinematografica, nulla di specialmente rilevante, ma la personalità di Will Smith tiene desto l’interesse per la vicenda, la quale rinvia, per analogia e per importanza, alle prime battaglie contro i danni procurati dal fumo.
Franco Pecori
21 Aprile 2016