Paulette
Paulette
Regia Jérôme Enrico, 2012
Sceneggiatura Bianca Olsen, Laurie Aubane,l Cyril Rambour, Jérôme Enrico
Fotografia Bruno Privat
Attori Bernadette Lafont, Carmen Maura, Dominique Lavanant, Françoise Bertin, André Penvern, Ismaël Dramé, Jean-Baptiste Anoumon, Axelle Laffont, Paco Boublard, Mahamadou Coulibaly, Kamel Laadaili, Aymen Saïdi, Soufiane Guerrab, Samir Trabelsi, Alexandre Aubry, Pascal N’Zonzi, Lionel Astier, Mathias Melloul, Miglen Mirtchev.
La droga benefica. E’ droga leggera, “erba” di quella buona, se ne può spacciare. Specialmente se l’impresa può aiutare una povera vecchietta a risolvere il problema della misera pensione di 6oo euro. Vedova da 10 anni, l’ex pasticcera Paulette (Bernadette Lafont, la Camille di Mica scema la ragazza! di Truffaut 1972 e, ancor prima, la Marie di Le beau Serge di Chabrol 1957), rovista nei cassonetti per mangiare. E’ una brava donna, tranne le sue fissazioni da razzista. Aveva un ristorante, lo hanno rilevato quei “musi gialli” di cinesi e perfino il suo confessore, Padre Baptiste, è uomo di colore, nero mentre “meriterebbe di essere bianco”. Sua figlia, poi, ha pensato bene di sposare un poliziotto scuro di pelle, il che impedisce alla nonnina di affezionarsi al nipotino Léo. Meno male che il caso mette nella borsa della spesa di Paulette un pacchetto di hashish e così la vecchietta può fare la conoscenza di Vito, giovane boss di quartiere che si dà arie da “precursore”. Già, Paulette sarà un’insospettabile spacciatrice, clienti di tutti i tipi e di diverse fasce sociali busseranno alla sua porta, la fila si allungherà vistosamente quando Léo, per puro caso, aiuterà la nonna a preparare un dolce davvero speciale. Sarà necessario anche l’aiuto delle amiche (tra di loro anche Carmen Maura) con le quali finora Paulette aveva giocato a carte lungo i pomeriggi noiosi. Ora le daranno una mano a fare le “meringhe di Nonna Spinello”. Lo stesso Padre Baptiste, per il bene della sua parrocchia da risistemare, accetterà qualche rotolino di euro proveniente dalla strana “pasticceria”. Ma c’è un limite a tutto. Quando la nuova attività di Paulette rischia di entrare nel giro dei “russi”, la vecchietta si ribella e dice basta. Deliziosa l’interpretazione della Lafont, avrebbe meritato una regia meno accondiscendente verso l’ovvietà delle figure. Il personaggio di Paulette regge la scena con le sue battute “buone” e sarcastiche, ma ciò che ruota attorno, come la parodia della banda di trafficanti, non salva il racconto dal sapore dell’operetta morale fatta in casa. Il divertimento fatica a trovare la sua collocazione credibile, tra ironia e fiaba moderna.
Franco Pecori
6 Giugno 2013