The Hunger Games – La ragazza di fuoco
The Hunger Games: Catching Fire
Regia Francis Lawrence, 2013
Sceneggiatura Suzanne Collins, Simon Beaufoy
Fotografia Jo Willems
Attori Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth, Josh Hutcherson, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Lenny Kravitz, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Willow Shields, Sam Claflin, Lynn Cohen, Jena Malone, Amanda Plummer, Paula Malcomson, Meta Golding, Bruno Gunn, Alan Ritchson, Stephanie Leigh Schlund.
Vincere non basta, anche se si è rischiata la vita per sopravvivere nei terribili Giochi televisivi a eliminazione fisica degli avversari. Il maggiore pericolo per Katniss (Jennifer Lawrence) e Peeta (Josh Hutcherson), i vincitori della 74.ma edizione degli Hunger Games, viene ora dal valore simbolico che quel trionfo può avere e dall’effetto trascinante per l’eventuale rivolta dei Distretti – primo fra tutti il 12.mo, da cui proviene la ragazza – verso Capitol City, centro del regime oppressivo dello stato di Panem. L’implacabile Presidente Snow (Donald Sutherland) ha studiato una forma spettacolare di consolidamento del trionfo, facendo fare a Katniss e Peeta il giro dei distretti in treno, a raccogliere consensi e a conferma del grado di sudditanza assoluta degli oppressi rispetto ai paradisi del lusso e dello sfarso in cui vivono gli sterminatori. Non dimentichiamo che i distretti sono la conseguenza della sconfitta finale, appunto 74 anni addietro, delle popolazioni ribelli nel Nord America. Ma il Tour trionfale dei vincitori rischia di prendere una piega sfavorevole a Snow e a Capitol City, ad ogni apparizione i due vincitori suscitano sentimenti di rivolta. Ed ecco che dal genio perverso di Snow e del suo consulente Plutarch Heavensbee (Philip Seymour Hoffman), esce un’ulteriore e micidiale iniziativa. I Giochi sono alla 75.ma edizione e si può celebrare il terzo 25ennale del crudele e fastoso show con qualcosa di forte: i concorrenti saranno scelti tra gli ex “Tributi” vincitori delle scorse edizioni! Snow e Plutarch prevedono che le difficoltà, soprattutto per Katniss, diverranno insuperabili. Oltre a ciò, costringono la “Ragazza di fuoco” e Peeta a fingere un’autentica love story che li porterà addirittura al matrimonio, con un’altra conseguenza, dovuta al loro forzato comportamento: la gente dei Distretti crederà che i due loro ultimi Tributi siano passati dalla parte di Capitol City. E sarà anche difficile convincere Gale (Liam Hemsworth) che il “nuovo amore” di Katniss sia soltando una finzione. In tale ritessitura del racconto, giusta e utile per sottolineare la valenza politica delle soluzioni spettacolari, funziona ancora bene la presenza dei personaggi conosciuti con la prima puntata. Sempre agghiacciante la maschera sorridente del conduttore dello show televisivo, Caeser Flickerman (Stanley Tucci); più umana la figura di Haymitch Abernathy (Woody Harrelson), il quale non ha molto da consigliare a una Katniss ormai matura per gesta più importanti – tanto che sulla Lawrence s’intravede forse il rischio di una certa assuefazione al ruolo, dovuta anche a ragioni esterne agli Hunger Games, per esempio alla prestazione, premiata con l’Oscar, che nel frattempo l’attrice ha offerto in Il lato positivo – Silver Linings Playbook (David Russell, 2012). Meno decisivo lo scenario spettacolare, certo non sorprende il controllo olografico delle azioni e dei personaggi, né spaventano le avversità che i Tributi sono chiamati a superare nei boschi. Fa riflettere, se mai, il progressivo successo divistico della saga (previsto nel 2014 l’arrivo del primo dei due capitoli della terza parte, il secondo uscirà nel 2015), con folle di giovani bivaccanti al Festival Internazionale del Film di Roma, dove La ragazza di fuoco è stato presentato fuori concorso, in attesa di omaggiare con smanie urlate il passaggio dei protagonisti sul fatidico Red Carpet. Cresce l’idolatria, si attenua la valenza premonitrice del contenuto. Quanto alla regia, il cambio di mano, da Gary Ross (Pleasantville) a Francis Lawrence (Io sono leggenda, Come l’acqua per gli elefanti), non determina spostamenti decisivi circa il “gioco delle attrazioni”.
Franco Pecori
27 Novembre 2013