Seta
Silk
François Girard, 2007
Michael Pitt, Keira Knightley, Koji Yakusho, Alfred Molina, Sei Ashina, Mark Rendall, Leslie Csuth, Miki Nakatani, Jun Kunimura, Kanata Hongo.
Tema estetico, dal romanzo di Alessandro Baricco: la seta come l’amore, impalpabile e sensuale, materiale quasi magico, che può cambiare la vita delle persone. Scrittore e regista teatrale oltre che cinematografico e televisivo, il canadese Girad (Oscar per Il violino rosso nel 1998) torna a lavorare su un testo di Alessandro Baricco, dopo il premiato Novecento teatrale per il festival di Edimburgo (2002). Seta è un film di lento respiro, il racconto procede quasi invitandoci ad “assaporare” le diverse atmosfere, tra Francia e Giappone della metà del XIX secolo, e spingendoci man mano, impercettibilmente, in profondità, nell’intimo di una storia d’amore “impossibile”. A tratti “misterioso” ed esotico, il viaggio sentimentale di un giovane, Hervé Joncour (Pitt), si sviluppa in maniera intensa e si allarga fino all’astrazione, prendendo spunto da una missione commerciale nel paese del Sol Levante. Un’epidemia nelle uova di bachi da seta ha messo in ginocchio le filande in Francia. Secondo l’imprenditore Baldabiou (Molina) l’industria potrà rifiorire se qualcuno andrà a comprare le uova in Giappone, dove si fabbrica la seta più raffinata del mondo. Hervé, anche per sfuggire al servizio militare, si è appena sposato con Hélène (Knightley), ma accetta il pericoloso incarico (in Giappone è proibito esportare i bachi). Il viaggio comincia e si ripete con successo, portando ricchezza. Quando però Hervé vede la bellissima geisha (Ashina) del notabile Hara Jubei (Yakusho), ne resta affascinato e non potrà più liberarsi da quell’attrazione. I due giovani non arriveranno mai a sfiorarsi, eppure la dolcissima Hélène si accorge che qualcosa di profondo è successo in Hervé. Un epilogo ancor più spiccatamente romantico chiuderà la delicatissima storia. Non trascurabile, sul piano espressivo, l’apporto scenografico dei paesaggi attraversati dal giovane viaggiatore, dalle Alpi alla Siberia, fino ai villaggi giapponesi fatti di paglia. La fotografia, perfettamente in tono, è di Alain Dostie.
Franco Pecori
26 Ottobre 2007