Immortal ad vitam
Immortel (ad vitam)
Enki Bilal, 2004
Linda Hardy, Thomas Kretschmann, Charlotte Rampling.
Autore di fumetti di successo, Enki Bilal li traduce in cinema, rendendone l’immaginario espressivamente autonomo, il che non è poco. Gli appassionati di storie disegnate accorreranno come ad un rito “necessario”, ma il film è comunque il film e fa arrivare dalla Francia un impulso originale, in cui futuro e contemporaneità si nutrono di sostanze comuni, di stilemi e paesaggi, anche “interiori”, rintracciabili nelle reali metropoli di oggi. Il mondo del 2095 vive sospeso tra divinità mutanti, industrie “eugeniche” perverse e opprimenti “mafie” politiche. Un’ansia profonda verso prefigurazioni oscure di un mondo in rottamazione è la sensazione di fondo. Attraversa il film una voglia fortissima di metafora, che sia chiave per soluzioni “umane”, contro la decadenza tecno-scientifica. E’ la ricerca disperata di uscita “a riveder le stelle”, dopo il rimescolamento infernale di storia ed eternità. Nel sogno incubo, un Central Park glaciale, popolato da pinguini, è zona a rischio di morte. E l’immortalità è il rischio definitivo. Per fortuna, un dio mostruoso cede alla vita e possiamo vedere un ritorno all’amore. Novella Anna Karina, la Hardy sembra dover uscire ancora dall’ Alphaville di Godard.
Franco Pecori
11 Settembre 2004