Everything Everywhere All at Once
Everything Everywhere All at Once
Regia Daniel Scheinert, Daniel Kwan, 2022
Sceneggiatura Daniel Scheinert, Daniel Kwan
Fotografia Larkin Seiple
Attori Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Jonathan Ke Quan, James Hong, Jamie Lee Curtis, Tallie Medel, Jenny Slate, Harry Shum Jr.
Neorealismo del versus postpandemico. La lavanderia a gettoni, il fisco in agguato, la famiglia in crisi. Per Evelyn (Michelle Yeoh) non è difficile. Ci sono uni/versi dove “ogni fallimento si trasforma in un successo”. Al botteghino Usa, 70 milioni di dollari. La matrice (Matrix) è la stessa (1998), ma ora produce una fantasia “difensiva”, cerca soluzioni vicine al riconoscibile (magia del “tratto da una storia vera”), come per garantirsi un recupero di prossimità, quasi pensando alla prudenza di Jacob (Steven Yeun), quel coreano immigrato che nel 2020, in piena covid-pandemia, volle restare legato al pezzo di terra chiamando la nonna a trasferirsi anche lei, con la sua pianticella piccante. Versus Minari, ma “Tutto ovunque, in una volta sola”. Il titolo non deve trarre in inganno. Il verso dei mondi prodotti da Daniel Scheinert e Daniel Kwan resta vicino e verosimile. Il contrasto tra piccolo realismo di partenza e apertura fantastica verso soluzioni altre resta ancorato ad una fantasia del possibile, per la Salvezza anche di una generazione nuova, futura, senza Storia – la raccolta differenziata? la Rivoluzione Francese? Everything Everywhere All at Once? Anche divertimento, certo: qui multiverso è parolona per un gioco leggero e convenzionale, un rotolone igienico fantastico e solvibile. Multiverso verosimile, per un neorealismo astrale semplice semplice. Nel verso giusto. Né principi né principesse, Evelyn Wang è “molto brava” e salverà gli universi nonostante il kung-fu sempreverde. A 70 anni dal metaverso milanese del “miracolo” desichiano.
Franco Pecori
6 Ottobre 2022