La marcia dei pinguini
La marche de l’empereur
Luc Jacquet, 2005
Documentario, voce narrante: Rosario Fiorello.
Bellissimo. Fantastico. Quanto al documentario, occorre cercarlo in “seconda lettura”. La voce narrante di Fiorello (bravissimo) ci porta subito, infatti, in una dimensione surreale: “Tra realtà e fantasia”, dice il book per la stampa. Così, siamo invitati a considerare i pinguini dell’Antartico come protagonisti di una storia d’amore. “La storia di un popolo pronto a qualunque sacrificio per generare la vita”, dice anche il book. E così, ci lasciamo coinvolgere nel fascinoso “racconto” di Fiorello anche se i pinguini non sono un “popolo” né fanno “sacrifici”. Semplicemente vivono in speciali condizioni. Il film del biologo Jacquet è soprattutto uno straordinario documentario, che osserva la vita nel suo conservarsi nell’estremo ambiente antartico. Quando Luna e Sole s’incontrano nel cielo, il Pinguino Imperatore vive il suo momento fecondo. Si sposta, col suo passo, dall’oceano alla banchisa, centinaia di chilometri verso Sud. La femmina gli consegna l’uovo fino al proprio ritorno: deve andare a nutrirsi dopo il lungo digiuno. L’Imperatore resisterà (-40°, con venti glaciali di 150 km/h), immobile, con l’uovo tra i piedi. Oltre l’orizzonte bianco, nessun segno di vita. Al dunque, è proprio il documentario, in seconda lettura, a farla da padrone.
Franco Pecori
18 Novembre 2005