Star Wars – Il risveglio della Forza
Star Wars: Episode VII – The Force Awakens
Regia Jeffrey Jacob Abrams, 2015
Sceneggiatura J.J. Abrams, Lawrence Kasdan
Fotografia Daniel Mindel
Attori Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Peter Mayhew, Max Von Sydow, Anthony Daniels, Kenny Baker, Gwendoline Christie, Simon Pegg, Ken Leung, Crystal Clarke, Pip Anfersen, D.C. Barns, Jessica Henwick, Mike Quinn, Iko Uwais, Maisie Richardson-Sellers, Tim Rose, Yayan Ruhian, Kiran Shah.
La lontananza di quelle guerre. Il Male non muore mai, il Bene continua a lottare. Nel 1977, quando George Lucas si fece venire in mente la pratica cinematografica che allora sembrò tanto nuova da fare piazza pulita della fantascienza tipo Guerra dei Mondi o Gente Marziana in Visita che dir si voglia, il passaggio più importante, determinante per l’immaginario, sembrò essere un trasferimento del target dall’età adulta e dalla consapevolezza (ci si passi il termine) filosofico-scientifica, al traguardo, fantasioso più che science fiction, di un mondo altro, chiuso in sé, funzionante in una dimensione “semplicemente” lontana. Lo specchio, le somiglianze con l’umanità sembrarono già allora una forzatura giocosa, Toy più che Trasfigurazione. Si avvertiva comunque, sul fondo, un bisogno di allontanarsi, di crearsi una via di fuga dal mondo reale, le cui pieghe morali e tensioni speculative non sembravano più adeguate a una strategica prosecuzione progettuale. Il successo fu immediato e trasparente, l’invenzione artistica si presentò come una bolla “universale” coinvolgente e totalizzante. L’esito della Lotta Bene-Male era rimandato all’Altrove, un Altrove lontano, popolato da figure rappresentative dei tipi e sostitutive delle prestazioni terrestri. Da allora, il fascino del laser sembrò poter avere prevalenza assoluta nella dominanza facile e gratuita di scelte infantili. E si andò avanti nella narrazione, con l’intento imprescindibile di sconfiggere il dispotismo dei cattivi e restituire alla Galassia pace e giusta prosperità. Si tornò indietro per chiarire le origini della storia narrata, finché, col passare dei decenni, l’elastico tra sequel e prequel produsse una spiccata prevalenza del Narrare sul Narrato. Il vecchio generale buono Obi Wan Kenobi, la nuova generazione di coraggiosi soccorritori (Luke Skywalker), la principessa Leila, input femminile della rivolta contro l’ostinata tirannide, andarono perdendo i lineamenti di singole figure per assumere valore di generalizzazione. I difensori della pace e della giustizia repubblicana rafforzarono il carattere speciale della loro arma, la spada laser dei cavalieri Jedi non fu che la proiezione della Forza buona, la parte positiva dell’energia universale. Di contro, ogni volta che abbandoniamo la passione per il potere, ci affidiamo all’illusione della pace e della bontà, di cui fatalmente restiamo prigionieri. Si susseguono scontri e battaglie totali dall’esito incerto, ma solo per convenzione. Con l’aiuto delle tecnologie digitali si sviluppa un bizantinismo figurale molto attrattivo sul versante Gestalt, effetti che però non intaccano la sostanziale linearità della basilare contrapposizione idealistica. Robot, cloni, voci profonde dell’Oscurità, macchine-giocattolo, minacciose fantasmagorie, percorrono i decenni distributivi gonfiando il botteghino e corrono incontro alla fusione totalizzante di una proiezione senza via d’uscita. Altro che Jedi. Un Vercingetorige del Tremila non avrebbe qui speranza, non avrebbe più da salvare che frammenti dell’immaginario antico e dovrebbe rassegnarsi alla chiusura delle sale rimaste prive dell’ultima copia di Star Wars. Ma Non è poi così pericolosa la Forza nel suo lato oscuro, la sua minaccia essendo vaga quanto universale, cioè lontana lontana e, se mai, solvibile nella variatio opportunistica. La democrazia galattica? Attenzione all’inquilino della porta accanto. Lui se ne sta sul divano, davanti alla Tv. Inutile immaginarlo nascosto in chissà quale altra galassia.
Franco Pecori
16 Dicembre 2015