Il padre e lo straniero
Il padre e lo straniero
Ricky Tognazzi, 2010
Fotografia Tani Canevari
Alessandro Gassman, Amr Waked, Ksenia Rappoport, Leo Gullotta, Nadine Labaki, Emanuele Salce, Lavinia Biagi, Emifio Lavella, Claudio Spadaro, Mohamed Zouaui, Leonardo Della Bianca, Ilary Branco, Zohra Mouj, Widad Bouhya, Giuseppe Manfridi.
Roma 2010, fc.
«Guarda dove mi sono andato a cacciare», dice tra sé Diego (Gassman) quando capisce che l’incontro occasionale con il siriano Walid (Waked, Syriana, 2005), lo sta portando verso una situazione oltremodo complicata. E più o meno, la stessa considerazione ipotizziamo che starebbe bene nella mente del regista, nel vedere che il libro di Giancarlo De Cataldo da cui è partito non produce il necessario effetto drammatico; e che lo stesso genere giallo scelto per la rappresentazione del tema mostra, nelle mani degli sceneggiatori (lo stesso De Cataldo, Graziano Diana, Simona Izzo e Ricky Tognazzi), di non trovare la giusta misura cinematografica. Il tema è il sofferto amore dei genitori per i figli disabili. Gassman, visibilmente a disagio nella parte di padre di Giacomino (Della Bianca), non riesce a dare uno sviluppo credibile al ruolo. E lo stesso si può dire per la Rappoport, moglie e madre comprensiva e affettuosa ma bloccata in una parte didascalica. E mistero sul “mistero”, lo straniero Walid, ricco e sfuggente padre del piccolo Yusep, anch’egli gravemente handicappato. Fino alla fine non si capisce bene la necessità del riferimento ad un mondo e ad una cultura orientaleggiante. Inutili gli spostamenti in Medioriente. Meno che mai sembra giustificata la proposta di Walid a Diego, di una “fratellanza” in nome del dolore derivante dall’amore per i rispettivi figli. Quando nel finale scopriamo il motivo per cui lo straniero ha scelto Diego per l’improbabile amicizia, ancor più il film crolla sotto il peso di una troppo meccanica motivazione. Neanche Gullotta, sempre comunque bravo, riesce a salvarsi, nei panni dell’esponente “umano” dei Servizi segreti: in tutti i modi tenta di “spiegare” a Diego quanto poco misterioso sia il mistero da cui si sente oppresso.
Franco Pecori
18 Febbraio 2011