I love shopping
Confessions of a Shopaholic
P. J. Hogan, 2008
Isla Fisher, Hugh Dancy, Joan Cusack, John Goodman, John Lithgow, Kristin Scott Thomas, Leslie Bibb, Fred Armisen, Julie Hagerty, Krysten Ritter, Robert Stanton, Christine Ebersole, Clea Lewis, Wendie Malick, Stephen Guarino.
Costo, valore, fiducia. Parametri che non fanno sognare. Specialmente chi lavora nel campo del giornalismo economico si arrovella nel tentativo “impossibile” di conquistare alla lettura un pubblico più vasto della ristretta cerchia di addetti ai lavori. Ciò che manca è il contatto con le larghe fascie di consumatori, che costituiscono il vero motore dell’economia. La problematica non interessa minimamente Becky Bloomwood (Fisher), giovane sognatrice, il perimetro della cui fantasia è segnato dalle dinamiche “private” dello shopping, che agiscono nel suo intimo con l’onnipotenza di una divinità esclusiva. Rebecca, nel suo elementare esercizio fantastico, pensa che un giorno le riuscirà di trovare lavoro presso Alette la sua rivista di moda preferita: lo considera il traguardo della vita, lei ragazza americana semplice dalle origini molto semplici. Il destino vorrà collocarla proprio laddove non avrebbe mai pensato di potersi trovare, nella redazione della rivista di economia, edita, guarda caso, dallo stesso editore del periodico di moda che tanto fa sognare Becky. Nella favola moderna, il caso vuole che i due mondi “antitetici” si tocchino, in un gioco simpatico di scambio di linguaggi che coinvolge inevitabilmente anche la Tv, dove tutto prima o poi deve passare. Interessata soprattutto a risolvere il problema pratico delle sue carte di credito in rosso stabile, la ragazza si troverà ad indossare letteralmente i panni di un paradosso del vivere tipico dei nostri giorni, riferimento obbligatorio verso modelli di comportamento consequenziali alla macchina dello sviluppo. Come dire: laddove vi sia una fermata del bus, troverete una Becky intenta a divorare uno dei cinque bestseller di Sophie Kinsella (pseudonimo della scrittrice londinese Madeleine Wickham), I love shopping, I love shopping a New York, I love shopping in bianco, I love shopping con mia sorella. Il primo (da cui il film dell’australiano Hogan) risale a 8 anni fa. Da allora, il racconto della compulsione all’acquisto ha affascinato 15 milioni di lettori (pensiamo lettrici) in tutto il mondo, dagli Usa all’Europa, dalla Turchia alla Cina, al Giappone, all’Indonesia. Se un giorno Kinsella dovesse avere un soprassalto di responsabilità per lo shopping mancato in Iraq, sarà il caso di non colpevolizzarla. In fondo, abbiamo passato anche grazie a lei un centinaio di minuti in allegria al cinema. Ciò non è male, pur nella debita proporzione al ribasso artistico, che ci imprigiona al solo pensiero di quel Diavolo che una volta vestì Prada.
Franco Pecori
27 Febbraio 2009