Macbeth
Macbeth
Regia Justin Kurzel, 2015
Sceneggiatura Todd Louiso, Jacob Koskoff, Michael Lesslie
Fotografia Adam Arkapaw
Attori Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, David Thewlis, Sean Harris, Jack Reznor, Elizabeth Debicki, David Hayman, Ross Anderson, Maurice Roves, Barrie Martin, Hilton McRae, Scott Dymond.
Non avete mai sognato il signore di Glamis? Durante una specie di torneo nordeuropeo, col Medioevo che comincia a mostrare stanchezza, il re Duncan di Scozia schiva le minacce dei ribelli norvegesi e irlandesi grazie al valore di due generali, Macbeth e Banquo. Il primo, barone di Glamis – castello scozzese, quasi affacciato sul Mare del Nord e immerso nelle leggende più nere, di fantasmi, uccisioni e mostri – mira più che altro al potere. E’ comunque contento dei parziali successi in battaglie anche feroci, in cui può mostrare tutta la sua forma fisica brandendo una spada il cui solo schianto sonoro contro le spade avversarie la dice lunga sulla prestazione atletica necessaria agli orrendi confronti, ma soprattutto resta colpito dalla saggezza delle streghe, che da quelle parti la sanno non meno lunga. Sul campo di battaglia, ovattato di nebbia scozzese e lordato del sangue degli sconfitti, tre figure femminili emergono dal nulla e fanno sapere come quel Macbeth, così bello e robusto (Michael Fassbender), sia atteso da un futuro regale. A quel momento, Macbeth è ancora un giovanotto valoroso, fiero di sé, non particolarmente portato a intrighi cervellotici. E però non resiste a vantarsi della lusinghiera profezia con la moglie. E figuratevi se Lady Macbeth (Marion Cotillard, chi non ricorda Inception di Christopher Nolan, o Nine di Rob Marshall? ) non si monterà la testa! Ora non vogliamo certo raccontarvi tutta la trama della tragedia shakespeariana, smaliziati come oggigiorno sarete grazie al tambureggiare delle tgnews sui marchingegni politici. Fatto sta che dal lavoro del genio del Bardo dell’Avon il quarantunenne regista australiano, Justin Kurzel, frequentatore di Cannes a più riprese, ha voluto estrarre a suo modo il succo onirico. Non perché il protagonista abbia il volto del sognatore ma piuttosto per offrire al pubblico del Grande Cinema l’opportunità della Visione, sia pure nel rispetto Rigoroso del testo teatrale – “Portare i versi al cinema è diverso rispetto al teatro”, ha voluto sottolineare Kurzel. Ecco il senso della domanda iniziale. Se non avete mai sognato il signore di Glamis, se non avete né letto Shakespeare né assistito alla tragedia di Macbeth a teatro, se non avete nemmeno visto il Macbeth cinematografico di Orson Welles (1948, con lo stesso Welles doppiato da Gino Cervi e con Tina Lattanzi che dà voce a Jeanette Nolan), restaurato nel 1980, ora sognate liberamente l’incontro con Fassbender. La bravura dell’attore non è tanto in gioco quanto la traduzione immaginifica del dramma, in un caleidoscopio di sublimazioni corpose e di nebbiosità introspettive che spingono il gravame dei dubbi morali verso l’ascesa nei mondi della goduria estetica, dove i corpi sono attraenti anche se coperti di ferite, dove l’ambizione e l’inganno trovano pace in un lampeggiare di sguardi. Colpiti e infilzati a morte, gli eroi sono comunque belli.
Franco Pecori
5 Gennaio 2016