Truth – Il prezzo della verità
Truth
Regia James Vanderbilt, 2015
Sceneggiatura James Vanderbilt
Fotografia Mandy Walker
Attori Cate Blanchett, Robert Redford, Dannis Quaid, Topher Grace, Elisabeth Moss, Bruce Greenwood, David Lyons, John Benjamin Hickey, Rachael Blake, Martin Sacks, Andrew McFarlane, Seve Bastoni, Nicholas Hope, Natalie Saleeba, Christopher Stollery, Zahra Newman.
La legge e l’opinione, il giornalismo e le comunicazioni di massa. Da una parte la curiosità, la molla che muove il giornalista a un lavoro che consiste soprattutto nel fare domande, dall’altra la rete comunicativa che si espande sempre più con ben altri mezzi rispetto alla sola parola creando una simbiosi spesso pericolosa con la cosiddetta opinione pubblica. Il risultato può essere esplosivo ma anche fallimentare. Nel primo caso, una verità politicamente e socialmente importante esplode e rivela aspetti della cronaca e/o della storia rimasti nascosti per lo più per motivi di convenienza di parte. Nel secondo caso, se l’indagine giornalistica non riesce a dimostrarsi veritiera fino in fondo, può essere lasciato campo libero alla manipolazione delle notizie, o delle non-notizie, a vantaggio dell’affermazione di pregiudizi o comunque di idee che vanno a rafforzare l’indebito “segreto” contro cui la stessa inchiesta aveva preso le mosse. E’ una tematica certamente non nuova, che qui viene svolta secondo una cinematografia piuttosto “normale”, potremmo dire in tutta tranquillità narrativa, dallo statunitense James Vanderbilt, al suo esordio dietro la macchina da presa dopo aver firmato sceneggiature importanti come Murder Mistery (John Madden 2014), The Amazing Spider-Man (Marc Webb 2012), Zodiac 2006. Truth è un chiaro thriller di argomento politico e culturale (massmediologico), basato sul libro “Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power”, di Mary Mapes, la giornalista e produttrice del programma Tv della CBS, “60 Minutes”, condotto per anni dal famoso anchorman Dan Rather. Nei due ruoli, vediamo Cate Blanchett e Robert Redford, eccellenti interpreti, personalità dello schermo carismatiche e capaci di garantire verosimiglianza con relativa e apprezzabilissima umanità. Redford fornisce, come del resto la sua parte richiede, ancoraggio quasi-mitico all’impresa di andare contro l’allora (2004) Presidente Usa, George W. Bush; e la Blanchett trova un mirabile equilibrio dinamico/ drammatico nel sostanziare di coraggio professionale/femminile il ruolo di ardita cacciatrice di notizie. Vi sarebbero stati elementi per dimostrare i favoritismi grazie ai quali Bush sarebbe riuscito a non andare a combattere in Vietnam. Seguiamo l’indagine che Mary Mapes e Dan Rather svolgono con passione e ambizione professionale e conosciamo risvolti di un’America tradizionalista non proprio pacificata al suo interno. Per questioni di dettagli tecnici riguardanti l’autenticità della documentazione (differenze tra vecchie macchine da scrivere e nuovi sistemi informatici), le prove addotte dai giornalisti sembrano traballare e subito interviene la reazione dell’opinione pubblica, pronta a infangare la Mapes nel privato e nella presunta tendenza politica. La stessa CBS rischierà di piombare nel baratro. Tutto è abbastanza chiaro, gli elementi per il dibattito sull’obbiettività dell’informazione e annessi vengono serviti sul piatto d’argento di una confezione priva di rischi espressivi. Un cinema (e una Tv) in cui ricetta e degustazione vanno armoniosamente insieme.
Franco Pecori
17 Marzo 2016