A Virna Lisi il Premio Bianchi
Un’inquadratura de Il più bel giorno della mia vita, 2002
Va a Virna Lisi il Premio Pietro Bianchi 2011 che i giornalisti cinematografici promuovono a Venezia, in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e la Biennale. L’attrice ritirerà il premio al Lido, venerdì 9 Settembre. Lo annuncia il Sngci che, per festeggiare i talenti più giovani assegna quest’anno già nei giorni di apertura della Mostra anche il Premio Guglielmo Biraghi anticipato a sabato 3 Settembre, con i riconoscimenti a Vinicio Marchioni, Chiara Francini, Francesco Montanari, Sarah Felberbaum, Francesco Di Leva.
Virna Lisi festeggia così oltre cinquant’anni di una carriera iniziata da adolescente, tra cinema, teatro e fiction televisiva, in Italia e anche all’estero. Il percorso professionale della signora Pieralisi (in arte Virna Lisi), nata a Jesi, ha avuto inizio per caso a 15 anni, quando il cantante Giacomo Rondinella, amico di famiglia, colpito dalla sua bellezza decide di presentarla a un produttore. Nasce una stella ed è subito un crescendo di proposte: dai film partenopei, come E Napoli canta e Piccola santa a Le diciottenni (1955) di Mario Mattoli, remake di Ore 9: lezione di chimica, a La donna del giorno (1956) di Francesco Maselli. E poi il teatro con Strehler, Antonioni e Luigi Squarzina; e la televisione che le offre i primi ruoli di spessore e il grande successo. La Lisi cresce nell’impegno professionale e nella popolartà diretta da registi come Daniele D’Anza, e Anton Giulio Majano, con sceneggiati e commedie come Orgoglio e pregiudizio (1957), I Masnadieri (1959), Ottocento (1960) e Il caso Maurizius (1961). In Francia recita nel Tulipano nero (1963), di Christian Jacque, con Alain Delon, e approda a Hollywood (Come ammazzare vostra moglie, La 25ma ora). Negli anni Sessanta per lei pellicole molto diverse tra loro, da Totò, Peppino e le fanatiche a Signore e signori di Pietro Germi e Le dolci signore di Luigi Zampa.
Negli anni ’70 altre grandi interpretazioni, come in Al di là del bene e del male (1977) della Cavani (con cui le arriva il primo dei sei Nastri d’argento vinti) e in La cicala (1980) di Lattuada, con cui vince il suo primo David di Donatello (ne arriverà un altro nel 1983 come attrice non protagonista per Sapore di mare), ma anche, come moglie di un disilluso e ancora appassionato Michel Serrault, in Buon Natale… Buon Anno (1988) di Comencini. Parallelamente al cinema continua la carriera televisiva di Virna Lisi, anche con registi del cinema, come Dino Risi o Lattuada; e arriva il nuovo grande successo popolare con fiction come E non se ne vogliono andare e E se poi se ne vanno? Nel 1994 la Lisi torna trionfalmente al cinema impersonando Caterina De Medici, madre tenera e spietata donna di potere in La regina Margot di Patrice Chereau, con cui vince nel 1994 il premio per la migliore attrice a Cannes e nel 1995 il Cesar e il Nastro d’argento. Cristina Comencini la dirige in Va’ dove ti porta il cuore nel 1996 e ne Il più bel giorno della mia vita nel 2001, entrambi con Margherita Buy, la quale spesso è stata considerata sua erede. Tra gli altri premi, nel 2009 il David alla carriera.
L’ultimo successo popolare in tv è stato Caterina e le sue figlie. «La carriera mi ha dato molto. Sono una persona fortunata – ha detto Virna Lisi in un’intervista -, ma lo sono ancora di più perché ho avuto una famiglia alle spalle e ne ho creata un’altra, la mia. Ho sempre cercato di difendere con i denti la mia privacy, di ritagliarmi uno spazio intimo, tutto personale. Nel mio lavoro cerco di dare il massimo, ma poi, spente le luci sul set, il mio unico desiderio è sempre stato quello di tornare a casa, da mio marito e da mio figlio. Non è una rinuncia se è qualcosa in cui credi».
9 Agosto 2011