Trieste, vince un film polacco
Trieste Film Festival
Le cinematografie dell’Europa centro-orientale
19ma edizione, 17 – 24 gennaio 2008
Il polacco Piazza del Redentore, diretto da Krzysztof Krauze e Joanna Kos-Krauze, ha vinto il premio come migliore lungometraggio al 19º Trieste Film Festival, la principale rassegna dedicata in Italia alle cinematografie dell’Europa centro-orientale. Due menzioni speciali sono andate allo sloveno Installazione d’amore, di Maja Weiss, e al polacco Tempo di morire, regia di Dorota Kedzierzawska.

Piazza del Redentore
Nella categoria CORTOMETRAGGI si è imposto il turco Mia madre studia cinema di Nesimi Yetik, con inoltre tre menzioni speciali per Tocca a me! di Ismet Ergün (Germania-Turchia), Sul versante ridente delle Alpi, dello sloveno Janez Burger, e Porno (Polonia), di Jan Wagner. Il premio per il miglior DOCUMENTARIO è andato ex-aequo al tedesco La vita è un’unica lunga giornata, di Svenja Klüh, e a Piazza Kalinovski, produzione estone diretta dall’ucraino Jurij Chascevatskij.
Diverso il GIUDIZIO DEL PUBBLICO. Miglior lungometraggio è risultato Tempo di morire, mentre il corto preferito è stato Fra i muri (Germania), diretto dalla moldava Ana-Felicia Scutelnicu. Tra i documentari ha vinto Il segreto di Deva (Germania-Romania), di Anca Miruna Lazarescu.

Tempo di morire
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Abbiamo chiesto un bilancio della rassegna al direttore artistico, Annamaria Percavassi.
«Mi ritengo soddisfatta perché il programma ha riscontrato l’interesse del pubblico e i giornalisti hanno lodato la ricchezza dell’offerta del festival. Credo si capisca che vogliamo contestualizzare le proposte nelle radici culturali di quest’area. L’edizione penso sia riuscita, anche perché c’è il nostro impegno a sottolineare l’intreccio di questa regione con la città di Trieste. Le sezioni dedicate a Italo Svevo, l’omaggio ad Arthur Schnitzler e il progetto pluriennale sullo schermo triestino vanno tutti in questa direzione».
Quale considera sia stato il fiore all’occhiello della manifestazione?
«Credo sia stata molto importante la retrospettiva dedicata al regista ungherese István Gaál. E’ stato un autore immeritatamente dimenticato. Abbiamo avuto la collaborazione straordinaria dell’Istituto italiano di Cultura di Budapest, di Magyar Filmunió, di università, studenti, etc. La rassegna doveva rendere merito a un maestro. C’è un cinema che racconta con sincerità una storia travagliata e volevamo farlo conoscere soprattutto ai giovani. Segnalo con piacere che si è dichiarato interessato al recupero di Gaál anche un festival prestigioso come quello di Karlovy Vary».
Il prossimo anno si svolgerà la 20ª edizione della manifestazione. Avete già qualche progetto speciale?
«Non vogliamo in alcun modo qualcosa di autocelebrativo. Certamente penseremo in modo nuovo a quello che abbiamo già fatto in tutti questi anni. Penso in particolare a concludere il percorso dei grandi autori letterari che hanno un forte legame con questa città, ma preferisco non aggiungere altro».
Giovanni Casa
25 Gennaio 2008