Gianni Boncompagni
Arezzo, 13 maggio 1932 – Roma, 16 aprile 2017
Ciao, re del cazzeggio. In senso buono, l’unico possibile.
La parola, quasi tua, è scesa in basso con l’usura e con la decontestualizzazione.
Sono caduti i Valori e si fa mercimonio delle parole simbolo, uguaglianza, solidarietà, società, perfino nazione.
Sbandieravamo il giallo e dicevamo cioè. Cioè rimandavamo le conclusioni.
E così beviamo una spremuta di “che te frrregaaa!”, sapiente eredità.
Cazzeggiatori universali e quotidiani, con la tv e con la radio, senza la tv e senza la radio. È lo stesso.
Si vince in politica promettendo rottamazione, si comprano automobili approfittando della rottamazione.
E ‘sti cazzi?
Franco Pecori
16 Aprile 2017